R. e P.
Quando nasce un’opera d’arte il mondo migliora, perché essa è linfa di bellezza e vita, di pace e coraggio, di futuro e speranza. Queste le caratteristiche della nuova straordinaria statua uscita dalle mani sapienti dell’artista Mariella Costa, proprietaria del Museo a cielo aperto del “Parco degli Dei” di Roccella Ionica. Una dea, alta mt.1,80, realizzata con cemento e ceramica, che sembra appena uscita dalle acque del mare. Lei, la più bella tra le Nereidi, madre di uno dei più grandi eroi dell’antichità: Achille, sul quale vegliò sempre, cercando di salvarlo dai pericoli della guerra di Troia. Era bella e astuta, lo stesso Peleo, che divenne suo consorte, la dovette conquistare con l’aiuto del centauro Chirone, in una dura lotta, perché la ninfa era abile a trasformarsi in serpente, in leone, in fuoco. Una sublimazione mitologica di diverse qualità che caratterizzano le donne. L’acqua, che con il suo lento incedere, costante e continuo, riesce a plasmare le situazioni più difficili.
La furbizia sottile del serpente consente alla donna di sfuggire, con classe, dalle insidie. Il leone, simbolo del coraggio femminile, che sa difendere a spada tratta ciò che ha di più caro. Il fuoco, segno della passione con cui la donna realizza tutti i momenti della sua vita e che le permette di sentire prima che comprendere. L’artista Mariella Costa ha dato tutta se stessa nella realizzazione dell’opera, supportata dall’instancabile Giuseppe Parisi, suo marito, che ha aiutato nella costruzione della struttura in ferro e per gli impasti del cemento. La dea Teti risplende, ora, nel “Parco degli Dei”, con la sua fierezza ed eleganza, andando ad arricchire ulteriormente il complesso museale, che sta diventando, sempre più, uno scrigno, all’interno del quale vengono custodite le bellezze della storia antica del nostro territorio, perché niente vada perduto, ma resti come eccellente eredità per le nuove generazioni, ed esempio di rispetto per il nostro passato, che tutti ci invidiano. “Il mondo non è stato creato solo una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale” (Marcel Proust)