R. e P.
L’8 luglio scorso l’Amministrazione Comunale di Roccella Ionica ha disposto che, a partire dal 10 luglio e fino al 15 settembre, nelle contrade Bosco Catalano, Plano, Bellomondo, Caria, Petrusi, Maria, Calderone, Sant’Onofrio, Frisa, Gurnale, Agliocane e Judeo, l’acqua dei rubinetti delle case venga sospesa a giorni alterni. Ricordiamo che gli abitanti di queste frazioni ampiamente svantaggiate, già sono costretti a subire quotidianamente il dissesto delle strade ridotte a un vero e proprio colabrodo.
Una razionalizzazione dell’acqua che è stata preceduta da un laconico comunicato pubblicato sul solo sito istituzionale del Comune senza nessun preavviso, nessun preventivo confronto con i cittadini delle località interessate, nessuna ricerca e prospettazione di possibili soluzioni alternative.
La causa, riferisce il comunicato, è la crisi idrica e la diminuzione della portata di acqua della sorgente Finocchio.
Il problema della diminuzione della portata delle sorgenti investe tutta la Calabria e la Sicilia, ma in ogni paese, prima dell’adozione di una misura così drastica, è stato avviato un confronto con i cittadini sulle possibili soluzioni.
Il regime presente nel nostro paese si è manifestato anche in questa circostanza.
Si sono guardati bene i nostri amministratori dal convocare incontri con i cittadini interessati dalla razionalizzazione dell’acqua, perchè sono consapevoli che quei cittadini li avrebbero presi a pesci in faccia.
Infatti, il problema della crisi idrica nelle contrade è solo la punta dell’iceberg di un più annoso disagio che da decenni si vive in quelle zone.
Dal 2012, difatti, si è scoperto che l’acqua della sorgente Finocchio ha percentuali di arsenico superiori alla norma di legge e quindi non può essere usata per scopi alimentari.
Questo problema poteva essere risolto nell’immediato attraverso una “pompa autoclave” che avrebbe trasportato l’acqua della Sorical anche nelle Contrade, ma l’assessore di allora, oggi sindaco, disse che servivano centocinquantamila euro e che purtroppo il Comune non poteva spenderli!!!
Soldi che ne allora ne negli anni a seguire si sono trovati per quell’investimento assolutamente necessario, nel mentre centinaia di migliaia di euro nel tempo sono stati dilapidati in spese voluttuarie.
Il problema “arsenico” avrebbe potuto essere risolto con il depuratore impiantato da qualche anno al Bosco Catalano ma, di fatto, il predetto depuratore, allo stato, non è mai entrato in funzione!
Infatti, per rendere operativo il depuratore è necessario prima sostituire chilometri di tubature mal ridotte che, spesso, si rompono, e che comunque non possono reggere un aumento di pressione dell’acqua.
Una gestione del servizio idrico, quindi, fatta di scelte fallimentari che oggi sono la causa di questi gravi disagi che sono costretti ad affrontare gli abitanti delle contrade interessate che vengono trattati come cittadini di serie B!
Fatti assurdi, scandalosi, che solo a Roccella si possono verificate impunemente.