Qualcosa si muove al largo di Riace Marina. Dopo ben 52 anni dal rinvenimento dei famosi bronzi – le due grandi statue risalenti al quinto secolo avanti cristo – oggi esposti nel museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, la Soprintendenza Archeologica Subacquea ha richiesto ed ottenuto una proroga di 4 mesi per svolgere delle ricerche nell’area dove vennero ritrovare le statue.
L’operazione segue un’ispezione preventiva che si sarebbe svolta, a quanto si apprende, tra aprile e maggio scorso. Indagine che avrebbe dato motivo alla soprintendenza di richiedere una proroga per esplorare meglio l’area antistante la costa di località Porto Forticchio, prontamente concessa dalla Guardia Costiera. L’area sarà dunque interdetta alla navigazione, alla balneazione ed alla pesca.
Il tutto rientra in una più ampia attività di finanziamento da parte del Ministero della Cultura, che ha garantito specifici fondi alla Regione Calabria per eseguire – per la prima volta – un’indagine completa sull’area del ritrovamento delle statue. Statue che, come si ricorderà, erano adagiate sul fondale, dal quale non si mossero per oltre due millenni.
Proprio questa circostanza ha fatto ritenere che lì sotto, nel mare antistante Riace Marina, potessero celarsi altri reperti occultati da pochi centimetri di sabbia, e “custoditi” dal mare. Reperti forse affondati durante un naufragio, o inghiottiti dal mare nel corso dei secoli. È ancora troppo presto per dirlo, così come è prematuro parlare di eventuali scavi subacquei.
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