Non ci possiamo rassegnare per quello che è successo a Becky. In tanti mi hanno chiesto com’era Becky a Riace. Un ricordo la descrive bene: in testa al corteo del 30 dicembre 2016 sotto la piazza del municipio “la vittoria del popolo nero” il popolo della strada. …Mai più Becky, mai più vittime della strada, mai più tendopoli, mai più campi di concentramento, mai più burocrazie contro gli esseri umani, mai più commissioni e dinieghi per certificare le sofferenze. “Diniegata” e “clandestina” sono parole orrende che dovrebbero essere cancellate dal vocabolario. Chi ci da l’autorita per giudicare la vita degli altri e di infierire sulle persone più deboli? L’umanità si è smarrita e dovremmo almeno per un attimo sentire una ribellione della coscienza e provare sulla nostra pelle il dolore di una povera ragazza nigeriana che era venuta in Italia per trovare la vita e ha incontrato la morte nel rogo di San Ferdinando. Mai più, “no mas” dicevano le madri della Plaza de Mayo a Buenos Aires. Ieri a Riace è arrivata Chantal, un’anziana donna che porta i segni dell’incendio che ha bruciato la sua baracca. Le abbiamo dato una piccola casa, di quelle vuote che ci sono nei nostri centri storici. Ho pensato di costruire un piccolo progetto per almeno sette/otto persone come Chantal e di inserirli nei laboratori del centro storico. Non abbiamo tante risorse, ma sono convinto che tutto sarà sostenibile con il ricavato dei prodotti dei laboratori dove già lavorano tanti rifugiati e riacesi. È solo un segno “no mas” per un’altra umanità.
Dal profilo Facebook del Sindaco di Riace Domenico Lucano