SIDERNO – Il sindaco di Riace , Domenico Lucano , a pochi giorni dalla sua importante indicazione da parte della rivista statunitense ‘Fortune’ tra i big mondiali è ancora frastornato dall’enorme clamore suscitato dalla notizia e dalla richiesta di numerose interviste anche da parte dei mass media nazionali. Appena ieri anche il Tg 2 ha dato ampio spazio nel telegiornale a Riace e al suo sindaco ponendo la cittadina calabrese come modello della politica della solidarietà, dell’inclusione e dell’accoglienza. Lucano rimane comunque con i piedi per terra anche se l’importante segnalazione – ci dice – “da un lato ha riempito d’orgoglio me e i miei concittadini ma è servita soprattutto a stimolarci a cercare di fare ancora meglio. L’orgoglio è quello del calabrese che ama la propria terra perché l’aspetto che mi piace maggiormente sottolineare è il fatto che siamo riusciti a mostrare al mondo il lato positivo di una regione che vuole liberarsi dalle negatività che l’accompagnano da tanto tempo e vuole, soprattutto, crescere forte delle grandi potenzialità che ha al suo interno”. Il sindaco di Riace collocato dalla rivista Fortune , unico italiano, tra i cinquanta grandi del mondo non nasconde il suo rammarico per la “lontananza” che ha avvertito da parte della Regione Calabria: “ Non lo dico per fare polemica – precisa – ma piuttosto perché ritengo che il modello Riace avrebbe meritato, e merita. maggiore attenzione e spero, dunque, che adesso, nell’interesse di tutti si tenga finalmente conto di questa importante realtà che potrebbe servire anche da esempio. Quando alla Regione si parlava di immigrazione neanche mi chiamavano. Pensavo che con il governatore Mario Oliverio, che come me viene da una tradizione di sinistra, ci sarebbero state maggiori possibilità di confronto su questo delicato tema. Spesso non sono neppure riuscito a trovare interlocutori. Mi spiace essere stato costretto a constatare questa assenza del Governo regionale. Ed è strano anche perché la stessa presidente della Camera, Laura Boldrini, è venuta spesso da noi ed è, finanche, nostra cittadina onoraria.” Ci viene spontaneo chiedere se esiste un perché. ? “ E’ un interrogativo al quale non riesco a rispondere ; ne, d’altra parte, voglio entrare in polemica con nessuno. La cosa che posso assicurare è che, per quanto mi riguarda, non ho alcuna mira politica. Sono fortemente soddisfatto di quello che ho fatto per il mio paese perché il mio obiettivo era quello di rendere Riace come un centro aperto al mondo e dimostrare che la Calabria non è quella dipinta solo in maniera negativa dai mass media” . Un obiettivo certamente raggiunto , e non solo, per il riconoscimento arrivato a Lucano dalla rivista Future. Già nel febbraio scorso il Comune di Riace in un’ assemblea fatta nella sala del consiglio comunale di Parma è stato ammesso come membro onorario all’associazione dei Comuni Virtuosi insieme al Comune di Lampedusa proprio per le sue politiche virtuose in ambito di integrazione. E prima ancora Lucano e la sua Riace hanno fatto accendere i riflettori delle cronache nazionali per una significativa iniziativa per la raccolta differenziata porta a porta attivata con l’utilizzo degli asini, in cooperativa con un anziano del paese che bada agli asini rigorosamente autoctoni fatta . Ed ancora per la capacità di creare una serie di botteghe artigianali e laboratori che hanno consentito, e consentono, di dare lavoro a diecine di famiglie.
Botteghe di artigianato, dal ricamo al telaio, in cui lavorano donne del posto e rifugiate, anziani pensionati e giovani disoccupati, cittadini di origine afgana che parlano con accento reggino , Somali e nigeriani , cristiani e musulmani. Anche per questo il paese dei “ bronzi” è diventato il paese dell’accoglienza, come rivendicano orgogliosamente i cartelli di benvenuto collocati lungo la strada. Un paesino, Riace, dove volutamente sono stati collocati anche molti simboli antimafia con murales di ogni tipo: nuvole, impronte di mani “contro la ‘ndrangheta”, dediche a persone uccise dalla criminalità organizzata. “ Abbiamo creato tutto questo – ci dice Lucano eletto per tre volte sindaco – grazie anche alla collaborazione dei cittadini. Questo modello si basa su un’economia solidale, sui valori di sostegno reciproco della civiltà contadina. Riace è sempre stato il paese dell’accoglienza. Mi pare gusto ricordare che qui da noi la festa patronale è intitolata ai S. Cosma e Damiano ed è la festa dedicata ai Rom che arrivano da ogni parte della Calabria e della stessa Italia. Anche questo non è un caso”. Se, dunque, lo sbarco dei primi migranti nel lontano 1998 ha avuto un significato profondo per il piccolo centro calabrese, allora ben noto solo per il ritrovamento nelle sue acque dei Bronzi, è anche vero che la “politica” istaurata da Mimmo Lucano ha trovato terreno fertile per la grande cultura dell’ospitalità che Riace già si portava appresso forse anche per il rovescio della medaglia dato dai grandi flussi migratori in uscita che sino allora avevano caratterizzato il piccolo centro. Da qui, poi, la nascita dell’associazione ‘Città Futura’ finalizzata a trasformare Riace e farla diventare quello che è oggi, ovvero“ città dell’accoglienza”.

Aristide Bava

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