“Oggi l’amministrazione si trova di ad un bivio: dichiarare il dissesto oppure andare a casa”. Così aveva tuonato ualche giorno addietro Maurizio Cimino, consigliere di maggioranza, attraverso una lunga lettera che aveva indirizzato al sindaco Domenico Lucano, e soltanto a lui. Una sollecitazione che, di eguale significato ma dal contenuto perentorio, al primo cittadino è arrivata giovedì scorso. A redigerla, stavolta, è stato il prefetto Michele Di Bari. Ha infatti decretato, la massima autorità istituzionale della provincia, diffidando il sindaco nella sua veste di presidente del civico consesso, a convocare l’assise cittadina perchè la stessa provveda a dichiarare il dissesto economico finaziario. L’atto dovrà essere formalizzato entro fine mese, perna lo scioglimento del Consiglio e il conseguente commissariamento. Una “mannaia”, quella fallimento economico, che ha avuto inizio il 19 agosto dello scorso anno. In quella data l’organo collegiale deliberò affiggendone l’assunto all’albo il 10 ottobre successivo, di fare ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Di fatto non si mosse nulla e lo scorso 2 febbraio, il segretario comunale dottor Gesulado Bova, segnalò alla Prefettura reggina che la municipalità riacese entro il termine previsto “dalla vigente normativa in materia, non ha approvato il piano di riequibrio finanziario pluriennale”. Quindi, la Prefettura, in considerazione, tra l’altro, della deliberazione n. 25/2018 con la quale la Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria ha accertato nei confronti del Comune di Riace la ricorrenza dei presupposti previsti per legge relativi alla mancata presentazione del piano di riequilibrio finaziario entro il termine dei novanta giorni, è adfdivenuta alla decisione della predetta diffida. Sin qui la situazione amministrativa del Comune. Vien da credere, intanto, che il corposo numero di uomini delle fiamme gialle che venerdì e ieri l’altro si è intrattenuto a lungo, soprattutto, presso alla sede di “Città futura” (il sodalizio che si occupa ovviamente della gestione dei migranti) e altri siti di sua pertinenza, stia intensificando le indagini relative al “modello d’accoglienza”. Come si ricoderà nel registro degli indagati, unitamente al sindaco Lucano, a suo tempo, è stato iscritto anche Nicola Ferdanando Capone, che di “Città futura” è massima espressione.
(fonte gazzetta del sud)