A disporre la nuova indicazione, che ha suscitato non poche polemiche, è stato il sindaco del centro della locride, Antonio Trifoli, che con tanto di fascia tricolore, assieme ai due sacerdoti della cittadina, don Giovanni Coniglio e don Giovanni Piscioneri, ha collocato e benedetto la nuova insegna che archivia simbolicamente, e non solo, il “modello di accoglienza” Riace.
Una decisione, che secondo l’amministrazione comunale eletta la scorsa primavera, non ha alcuna motivazione polemica ma si collega ad una ricorrenza religiosa, i 350 anni dall’arrivo in paese delle reliquie dei Santi Medici cui nella cittadina è stato dedicato un Santuario e la cui festa con pellegrinaggi si celebra in due momenti, a maggio, e dal 25 al 27 settembre di ogni anno.
«Riace resta il paese dell’accoglienza, ma senza alcun business legato alla presenza dei migranti». Antonio Trifoli, nuovo sindaco della cittadina del Reggino indicata come modello di integrazione dei migranti quando ad amministrarla c’era Domenico Lucano, smorza le polemiche scaturite dalla decisione della sua giunta di modificare la cartellonistica per le vie del paese. Non ci sono più i cartelli con la scritta «Riace paese dell’accoglienza» all’ingresso della cittadina, ma i nomi dei santi patroni Cosma e Damiano.
L’iniziativa è stata interpretata come una manifestazione della volontà di chiudere con il recente passato del paese dopo la caduta di Lucano – travolto da un’inchiesta della Procura di Locri proprio in merito a presunte irregolarità nella gestione dei progetti finalizzati all’integrazione degli stranieri – ma Trifoli, che è stato eletto anche con l’appoggio di esponenti della Lega di Salvini, respinge al mittente ogni interpretazione di questo genere.
«Non ci vedo niente di male – dice all’Agi – c’è molta strumentalizzazione da parte dei media. La decisione era nota da giorni perchè ricorrono i 350 anni dall’arrivo delle reliquie dei due santi a Riace e abbiamo deciso di ricordare l’evento. Ma se i media vogliono strumentalizzare, io rispondo che non era mia intenzione cancellare il passato. Riace – continua – è il paese dell’accoglienza, ma a titolo gratuito, senza il business dei finanziamenti destinati alla sistemazione dei migranti. Non è un cartello a qualificare una comunità, però posso assicurare che l’indicazione «paese dell’accoglienza» resta anche nella nuova cartellonistica che stiamo installando. I nostri santi – aggiunge – praticavano l’accoglienza senza ottenere niente in cambio e noi seguiamo il loro esempio».
«Non mi interessa fare polemiche, posso solo dire che ho un’altra idea di quello che è il territorio e di quella che è la comunità. E’ un tentativo di annullare la memoria ma non si può annullare la memoria, perchè quello che abbiamo fatto a Riace è scolpito nei cuori e nei ricordi e non potrà mai essere cancellato». Così l’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano commenta con l’Agi la decisione della nuova amministrazione comunale di rimuovere la cartellonistica all’ingresso del paese, sostituendo la scritta «paese dell’accoglienza» con i nomi dei santi patroni Cosma e Damiano.
«Riace – aggiunge Lucano – è un luogo in cui c’è questa aurea sospesa di qualcosa di importante. Le opere pubbliche non si misurano solo sull’aspetto materiale, e io dico sempre che qui abbiamo fatto l’opera pubblica più grande che avremmo potuto fare, quella di accogliere persone in fuga dalle guerre, dalla povertà e dalla miseria, e questa è un’opera che non potrà mai conoscere rovina. E questo – sottolinea l’ex sindaco riacese – è stato anche un segno di un luogo che erano anche l’anima della Calabria, quella di essere una terra di accoglienza: questo messaggio me l’hanno trasmesso i miei genitori, e questo messaggio l’ho tradotto nella mia azione. Riace paese dell’accoglienza è stata una favola vera, è inutile nasconderlo:, i tentativi di sopprimere il messaggio di far prevalere l’umanità rispetto all’odio – conclude Lucano – non bastano a cancellare la memoria».
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