Nella piazzetta del villaggio globale, simbolo del modello Riace, si è tenuto il dibattito con al centro la vicenda giudiziaria che si è conclusa con la sentenza emessa il 12 ottobre dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha ribaltato la condanna inflitta in primo grado a Mimmo Lucano di 13 anni e 2 mesi di carcere. In secondo grado, infatti, l’ex sindaco di Riace ha visto cadere tutti i reati più gravi ed è stato condannato a 18 mesi di reclusione per un solo falso.

“Tre giorni prima della sentenza, – ha affermato Lucano – in un’occasione pubblica, avevo detto che rifarei tutto. Mi rimane questo reato su un processo che forse non si doveva nemmeno fare e per il quale io non ho mai fatto delle rivendicazioni o delle accuse. Questo giorno, permettetemi di dedicarlo al popolo palestinese e a tutto quello che arriva da Gaza, a tutta questa violenza. Il messaggio di pace è che devono finirla perché ci sono vittime innocenti e bambini che stanno morendo”. Tra i partecipanti alla manifestazione, che ha visto sventolare anche qualche bandiera palestinese, c’era anche Omar Sileiman rappresentante della comunità palestinese di Napoli.

Durante il suo intervento, l’ex sindaco ha attaccato la destra che “ha nella sua struttura molecolare – ha detto – il senso della disumanità. Questo dobbiamo ammetterlo. Come dice sempre padre Zanotelli, come può un cristiano votare per Salvini. Non è compatibile. Riace ha ribaltato il paradigma che immigrazione e invasione sono un problema di ordine pubblico”.

E se il suo avvocato Andrea Daqua, presente alla manifestazione, non ha mai avuto “alcun dubbio sull’esistenza dei reati”, per padre Alex Zanotelli “finalmente anche in Calabria c’è un giudice che ha fatto giustizia”.

“Per me Mimmo è l’antitesi del reato. – ha dichiarato De Magistris – oggi è una giornata di giustizia anche se c’è ancora da fare perché credo che Mimmo debba uscire estraneo da ogni fatto”. Secondo l’ex sindaco di Napoli, Lucano è stato vittima di “una violenza istituzionale che è pesante perché vive di legge, di campagne di stampa, di calunnie e di diffamazioni”.

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