R. e P.

La giovanissima curdo-iraniana Maysoon Majidi quando ha deciso di partire per l’Europa per fuggire dall’Iran sperava di trovare un posto sicuro dove poter continuare serenamente la sua attivita’ di artista e continuare senza ostacoli la sua missione libertaria per i diritti delle donne. Mai e poi mai avrebbe potuto immaginare che invece in Italia avrebbe conosciuto la brutta esperienza del carcere, con un’accusa gravissima  di essere una scafista. Sono stati mesi terribili e dolorosi pieni di tanta sofferenza, dolore ed umiliazioni. Lei ora e’ libera gradita ospite del comune di Riace e meritatamente il sindaco Mimmo Lucano le ha conferito la cittadinanza onorario del suo paese, per tutti il paese dell’accoglienza. Ora sicura della sua innocenza e’ in trepida attesa della definitiva sentenza che sara’formalizzata fra pochi giorni. Sono queste le prime informazioni che gentilmente Maysoon mi ha voluto dare a Riace dove ho avuto il piacere e la fortuna di incontrarla e conoscerla. E nella indimenticabile giornata che ha visto coincidere le due importanti celebrazioni della giornata della lotta contro la violenza sulle donne e la marcia della pace entrambi cavalli di battaglia della giovane iraniana. E per finire in bellezza la serata lei dopo aver letto con tanta emozione il suo messaggio di pace ha voluto regalarmi il foglio con su scritte le sue belle parole che riporto integralmente:

“Signore e signori, oggi siamo riuniti in questa affollata assemblea per discutere di uno dei bisogni piu’ fondamentali dell’umanita’, cioe’ la pace. Una pace che per molti non e’ solo un desiderio ma una necessita’ vitale per la quale tutti dobbiamo lottare. In qualita’ di curdo voglio condividere con voi le mie esperienze e le mie opinioni sulla situazione attuale della regione e le sfide che ci attendono. Nel mondo in cui viviamo ci troviamo quotidianamente di fronte a notizie di guerre,conflitti sanguinosi e citta’ distrutte con persone sfollate .Dalla guerra in Ucraina e Russia ai conflitti in corso tra Israele,Palestina e Libano. Tutti questi eventi indicano crisi profonde che richiedono attenzione e soluzioni immediate. Ma permettetemi di dare pure uno sguardo alla situazione del Kurdistan. Queste regioni che sono state sempre sotto pressione e minaccia stanno ora affrontando l’occupazione di parte del Kurdistan occidentale da parte della Turchia con un vero e proprio genocidio in corso. I rifugiati del Kurdistan orientale e le zone residwnziali nel Kurdistan iracheno sono stati ripetutamente colpiti da razzi  e droni dell’esercito della repubblica islamica. Queste azioni non solo rappresentano una terribile violazione del diritto internazionale ma sono anche una minaccia alla sicurezza e pace della regione. Il popolo curdo da anni lotta per i propri diritti. Una vera pace richiede uno sforzo collettivo e solidarieta’ internazionale. L’uomo deve scegliere la strada del dialogo,della diplomazia per eliminare le controversie e le inimicizie e mettere da parte l’uso delle micidiale armi della guerra. Quale diretta discendente dell’antico popolo della Mesopotamia che ha vissuto personalmente le conseguenze di questi conflitti ha continuato la giovane Maysoon, credo fermamente che con la conoscenza e il sapere dovremmo essere buoni custodi ed ottimo esempio per le nuove generazioni. Per avere un pianeta che sia una casa sicura per tutti noi dobbiamo avere la convinzione che le persone di ogni razza e nazionalita’ sono uguali. Uno dei modi per combattere il fascismo universale che viola i diritti piu’ essenziali ed umani e’ acquisire consapevolezza e conoscenza riguardo alla storia e alla cultura delle nazioni La pace con la natura e’ un altro tema importante ricordando che la terra e’ la nostra madre e dobbiamo rispettarla. Infine voglio dire che la mia speranza e’ quella che con la cooperazione e la solidarieta’ possiamo muoverci verso un mondo in cui pace e giustizia appartengano a tutti in un percorso che ci porti in un mondo di pace,di giustizia e grande solidarieta’. Lavoriamo tutti insime per un futuro migliore.

Mario Murdolo