Ben 600 opere d’arte trafugate negli anni tra Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono state finalmente “rimpatriate” dopo una meticolosa indagine svolta dai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale assieme al District Attorney’s Office di New York ed all’Homeland Security Investigaions, che negli ultimi mesi hanno testato congiuntamente un nuovo ssitema di ricerca delle opere d’arte trafugate.
Opere d’arte e reperti archeologici che spesso sono finiti proprio oltreoceano, in mano a collezionisti privati ma anche note gallerie d’arte e case d’aste, che pur consapevoli della provenienza illecita degli oggetti non si fanno scrupoli a venderli o a cederli. Fortunatamente, la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti (questo il nome) realizzata dai Carabinieri è la più grande al mondo, e contiene informazioni su oltre 7 milioni di oggetti, di cui 1 milione e 315 mila ancora in fase di recupero.
Tale banca dati è stata implemetata con il sistema americano denominato Swoads – Stolen Works Of Art Detection System – che sfrutta l’intelligenza artificiale per ricercare e ritrovare informazioni sui prodotti. Già nel 2023 l’impiego di questo sistema aveva permesso di individuare e recuperare ben 105 mila e 474 reperti archeologici, per un valore stimato di oltre 264 milioni di euro.
Quest’oggi i Carabinieri hanno presentato gli ultimi reperti recuperati: 600 opere datate tra il IX secolo a.C. ed il II secolo d.C. rubati negli anni a chiese, musei e collezionisti privati, e finiti poi per vie traverse negli Stati Uniti. Si tratta di reperti archeologici, ma anche opere di antiquariato, beni archivistici e numismatici, per un valore stimato in circa 60 milioni di euro.
Tra questi, risultano diversi reperti della Magna Grecia sottratti da diverse località calabresi, i cui dettagli saranno resi noti nei prossimi mesi. Nel frattempo le operazioni dei militari proseguiranno al fine di recuperare quanti più reperti possibile.