Ci sarà un nesso se qualche ora prima della diffusione della nota stampa dell’assessore regionale alle politiche sociali Federica Roccisano, veniva disposto il sequestro della struttura del CARA di Aprigliano e dopo pochissime, molto tempestivamente, nella stessa nota stampa Federica Roccisano affermava che si adopererà in futuro per chiudere i Cara e gli Sprar? A questo punto, porsi la domanda, appare più che legittimo . Il provvedimento del sequestro del Cara di Aprigliano è scaturito dalle indagini svolte dagli inquirenti dopo la denuncia di alcuni immigrati extracomunitari li ospitati che denunciavano la fatiscenza dei locali. I controlli degli agenti della mobile avrebbero accertato una serie di abusi edilizi, false documentazioni, mancanza dei certificati di agibilità e allacci precari alle reti fognarie che avrebbero determinato problemi igienico sanitari. L’Assessore regionale al Lavoro Federica Roccisano, nella nota pubblicata sul sito della Regione Calabria dichiara:  “è possibile, in Calabria, sull’esempio di tanti comuni, aprire una buona pagina di accoglienza, solidarietà ma anche di crescita e sviluppo. I migranti sono una ricchezza culturale ed economica che va valorizzata e che deve essere percepita come tale dalla popolazione. Dobbiamo dire basta ai CARA, dobbiamo dire basta al circolo vizioso che si è generato intorno al tema dei migranti e alle speculazioni di chi pensa di anteporre logiche affaristiche alla solidarietà e all’integrazione tra i popoli. Credo che se le risorse pubbliche, che ogni anno spendiamo per i migranti, saranno distribuite sui territori, se, parallelamente, riusciremo a mettere in campo azioni di contrasto allo spopolamento delle aree interne e dei borghi antichi, se interverremo per creare un mercato del lavoro equo e solidale anche con i migranti, potremo scrivere una pagina storica fondata sulla solidarietà e sulla crescita economica, che rappresenterà un new deal per la nostra regione. Le esperienze di Riace, Acquaformosa, Badolato raccontano come si possa fare accoglienza arricchendo il tessuto culturale, sociale ma anche economico e produttivo delle nostre comunità. Noi siamo Mediterranei e questo non può che essere un punto di forza in questa azione; a chi vuole farci credere di aprire le porte a chi è diverso da noi, noi dobbiamo rispondere con la nostra storia di Braudeliana memoria: il Mediterraneo è stato da sempre il “Medium Terrarum”, la terra di mediazione tra le culture che vi si affacciano, e deve rimanere tale anche oggi, in una fase in cui la situazione nella sponda SUD è diventata un’emergenza umanitaria. Io sarò in prima fila affinché questo modello si affermi dappertutto, affinché si chiudano i centri di accoglienza e le strutture per i richiedenti asilo e perchè i migranti siano una ricchezza per le famiglie e le imprese calabresi”.

Antonio Tassone

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