“Sono molto delusa”. Così Flora Sculco ha commentato l’esito della discussione in Consiglio regionale sulla sua proposta di legge sulla doppia preferenza di genere. Il punto all’ordine del giorno è stato infatti rinviato e, come spiegato dal presidente dell’Assemblea calabrese Nicola Irto, dovrebbe passare all’esame dell’Aula il prossimo 25 marzo con eventuali modifiche.
La decisione è stata presa dopo il confronto tra i capigruppo durante una lunga sospensione dei lavori, arrivata dopo un acceso dibattito, nel quale la maggioranza è risultata spaccata, mentre il centrodestra ha invocato il rinvio dell’approvazione .
“Non pensavo che su questo provvedimento legislativo – ha evidenziato la Sculco – si facesse ancora una volta il gioco delle parti. Questo è lo spettacolo che abbiamo dato oggi. L’obiettivo, anche se non per tutti, è ottenere la doppia preferenza di genere nel nostro sistema elettorale calabrese. Questo risultato appartiene alla Calabria”.

Il primo ad intervenire dopo la sospensione era stato il capogruppo Pd Sebi Romeo: “Voteremo la legge sulla doppia preferenza di genere tutti insieme. Sarà una legge patrimonio di tutti, patrimonio del Consiglio regionale. Sarebbe miope – prosegue Romeo – non cogliere questa opportunità. Le regole si fanno tutti insieme. Tutto ciò è stato chiesto che accada con un rinvio. Questo si può fare un impegno solenne e una data certa, nella quale voteremo la legge sulla doppia preferenza di genere. Chi vuole andare in Commissione sbaglia perché potrebbe apparire come il tentativo di dilatare i tempi in maniera imprecisata”.
Il forzista Domenico Tallini si è detto favorevole alla preferenza di genere, rivendicando la necessità di presentare una legge che abbia le firme di esponenti anche della minoranza.
Di tutt’altro avviso Orlandino Greco (Oliverio presidente) che alla Sculco ha detto: “Le battaglie sono fatte per essere vinte e per essere perse. Se oggi non ci sono i numeri per approvare questa legge, ognuno si assuma le proprie responsabilità con la chiarezza delle proprie idee. Questa terra vive da sempre nell’esaltazione dell’ipocrisia. Si deve votare. Non ci sono i numeri? Si va avanti”.

Il dispaccio