Pubblici ufficiali, anche a capo di importanti e strategici uffici nella Regione Calabria, che sarebbero stati a disposizione di un imprenditore privato, Giorgio Ottavio Barbieri, 42enne residente a Roma ritenuto legato alla cosca Muto di Cetraro.

Per gli inquirenti in modo “consapevole” e “reiterato” avrebbero falsificato vari stati di avanzamento di lavoripubblici e attestato in documenti ufficiali altri di questi lavori, invece, non eseguiti.

In tal modo si sarebbe permesso all’imprenditore di ottenere l’erogazione di finanziamenti comunitari che altrimenti non sarebbero spettati.

Questo lo spaccato che emerge dall’operazione denominata “Lande Desolate”  e che stamani ha portato in carcere lo stesso Barbieri e all’esecuzione di un totale di sedici misure cautelari, tra cui sei domiciliari, tre divieti temporanei di esercitare l’attività professionale, quattro sospensioni dall’esercizio di pubblico ufficio e dueobblighi di dimora.

Tra quest’ultimi spicca il provvedimento scattato a carico di un figura più che eccellente, ovvero il presidente della Regione Mario Oliverio a cui si contesta di aver favorito la ‘ndrangheta , la cosca dei Muto appunto, tramite l’imprenditore arrestato.

Nel mirino degli investigatori, come dicevamo, esponenti politici, pubblici dirigenti, funzionari, a cui vengono addebitati i reati di corruzionefalso in atto pubblico, abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture.

TRA “SPREGIUDICATEZZA” E TOTALE “SPREGIO DELLE REGOLE”

Le indagini – eseguite con strumentazioni tecniche e rilevamenti aerofotografici – avrebbero portato a ricostruire e dimostrare documentalmente diverse violazioni e irregolarità nella gestione e conduzionedegli appalti per l’ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica, oltre che la fase di erogazione di finanziamenti pubblici.

In particolare, la tesi che vi fosse un completo asservimento” dei pubblici ufficiali alle esigenze dell’imprenditore Barbieri.

Gli investigatori parlano apertamente di un “spregiudicatezza” che avrebbe caratterizzato l’operato proprio di quest’ultimo che avrebbe corrotto i funzionari per ottenere la loro compiacenza, soprattutto nelle attività di controllo sui lavori in corsonell’agevolare il pagamento di somme non dovute o il riconoscimento di opere complementari prive però dei requisiti previsti dal Codice degli appalti; oltre al mancato utilizzo di propri capitali dell’impresa appaltatrice “in totale spregio” degli obblighi previsti dai bandi di gara.

Secondo gli inquirentil’imprenditore romano – a cui si contesta anche l’aggravante dell’agevolazione mafiosa – avrebbe impegnato poche decine di migliaia di euro a fronte dei diversi milioni previsti dai bandi, una circostanza che sarebbe stata ampiamente conosciuta ed avallata oltre che dai soggetti che avrebbero dovuto invece controllare e poi erogare le somme, anche dalle figure politiche coinvolte nell’inchiesta.

Le indagini farebbero luce, insomma, su quello che viene definito come “un diffuso sistema illecito” che, attraverso la ripetuti falsiabusi e atti corruttivi, avrebbe compromesso il corretto impiego delle risorse pubbliche non permettendo così lo sviluppo e la crescita del territorio, l’elevazione del livello dei servizi al cittadino e costituendo, di fatto, un ostacolo alla realizzazione del potenziale di crescita che la regione è in grado di esprimere.

GLI INDAGATI

Misura cautelare in carcere: Giorgio Ottavio Barbieri, 42 anni e residente a Roma. Ai domiciliari: Vincenzo De Caro, 66 enne residente a Cosenza; Gianluca Guarnaccia, 43enne residente a Montalto Uffugo; Carmine Guido, 58enne residente a Rende; Marco Trozzo, 46enne residente a Cosenza; Francesco Tucci, 63enne domiciliato a Castrolibero; Luigi Giuseppe Zinno, 64enne residente a Cosenza.

Obbligo di dimora nel comune di residenza: Gerardo Mario Oliverio, 65enne governatore della Calabria, residente a San Giovanni in Fiore; e Marco Oliverio, 44enne residente a Casali del Manco.

Divieto temporaneo di esercizio dell’attività professionale: Carlo Cittadini, 43enne residente a Roma; Ettore Della Fazia, 58enne residente a Roma; Gianbattista Falvo, 62enne residente a Mendicino.

Sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio: Rosaria Guzzo, 63enne residente a Castrolibero; Pasquale Latella, 54enne residente a Scalea; Damiano Francesco Mele, 52enne residente a Celico; e Paola Rizzo, 49enne residente a Rende.

L’indagine è stata eseguita dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Cosenza. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Pietro Carè, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, diretta da Nicola Gratteri, con i Sostituti Alessandro Prontera e Camillo Falvo, coordinati dagli Aggiunti Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla.

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