A nemmeno poche ore dalla decisione di Mario Oliverio di fare un passo indietro, ovvero di ritirare la sua candidatura alle regionali e appoggiare il nome di Pippo Callipo per la presidenza (QUI), insieme a tutto il Pd, pare quasi voler mettere i puntini sulle “i” Il candidato in pectore, lo stesso imprenditore del tonno, che ha subito ribadito – e con fare piuttosto determinato – quali saranno i criteri per la scelta dei nomi da mettere nelle liste che appoggeranno la sua coalizione. Annuncia dunque, Callipo, di voler vagliare personalmente ogni candidatura e che non darà spazio ad “affaristi e professionisti della politica”. “La missione che abbiamo intrapreso – sbotta il candidato – è improntata all’etica e al rinnovamento e su questo non molliamo di un millimetro” e che pertanto le liste dovranno rispondere “rigorosamente ai criteri di legalità, trasparenza e rottura col passato”. Sarà un caso. Dopo il forfait dell’attuale governatore saranno certamente in molti tra i consiglieri uscenti e non, e non solo i ferrei “oliveriani”, che partiranno alla carica per ottenere un posticino negli elenchi e concorrere così ad uno scranno a Palazzo Campanella. Ma Callipo, su questo, sembra risoluto e pare tagliare la testa al toro: “Non ci saranno sconti per nessuno e non ci sarà spazio per ambiguità e compromessi”, rassicurando di voler vagliare “personalmente” ogni proposta e di voler avere, soprattutto “l’ultima parola” su ogni candidato. Un no, dunque, a “corrotti, corruttori e per quanti siano anche lontanamente in odore di mafia” così come le porte pretende rimangano chiuse per quelli che definisce come i “professionisti della politica”, sebbene però con uno “sbarramento”: “non dovranno essere candidati coloro che hanno già fatto tre legislature tra Consiglio regionale e Parlamento”. “Il nostro progetto nasce su questi principi, che non sono e non saranno mai in discussione” sbotta l’aspirante governatore sostenendo di voler utilizzare “tutti i metodi che la legge consente per attuare questi imprescindibili propositi”; e qualora le vincesse le elezioni del prossimo 26 gennaio si impegna anche a portare avanti dei protocolli di collaborazione con le Procure della Repubblica e con le Prefetture “per debellare ogni ingerenza nella cosa pubblica da parte di affaristi, ‘ndranghetisti e lobbisti”