Tutte rideterminate rispetto alla precedente sentenza, annullata dalla Corte Suprema di Cassazione, per il riconoscimento del principio della continuazione con un giudizio parallelo, le tredici condanne inflitte dal Gup di Reggio Calabria a carico degli imputati del processo “Jo-Ti”, nato dalla retata antidroga eseguita tra il 2003 e 2004 dagli agenti della sezione “narcotici” della Squadra Mobile.
Come riporta Francesco Tiziano su gazzettadelsud oggi in edicola, il cuore dell’accusa, ribadito anche nel processo bis dal Pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Sara Amerio, con ruoli e responsabilità diversi, è di aver fatto parte di un gruppo che trafficava sostanze stupefacenti sull’asse Jonio-Tirreno con base operativa nella periferia sud della città di Reggio e riferimenti in numerosi paesi della provincia reggina.