Alla presenza del ministro Matteo Piantedosi, lunedì pomeriggio alle 16.30, Vito Matteo Barozzi, amministratore delegato di Cobar Spa, società capofila del raggruppamento temporaneo di imprese con la lucana Mancuso Spa, sottoscriverà con Ance Calabria, Prefettura di Reggio Calabria e ministero dell’Interno , il protocollo per la legalità per la realizzazione del Museo del Mare.
Il documento, nei suoi punti salienti, obbliga di stipulare contratti e subcontratti esclusivamente con soggetti iscritti nelle “white list” o nell’Anagrafe Antimafia degli esecutori e prevede apposite condizioni risolutive in caso di successiva interdettiva. Prevede la possibilità di chiedere ad Ance Reggio Calabria di accedere alla Banca Dati Nazionale Unica della Documentazione Antimafia. Ma ancora, con questo accordo, Cobar, si impegna, ad acquisire l’espressa accettazione, da parte di ciascuna società o impresa affidataria e subaffidataria, dell’obbligo di denunciare all’Autorità Giudiziaria o agli Organi di Polizia qualsiasi interferenza illecita, in qualsiasi forma essa si manifesti.
«È un onore e una responsabilità contribuire allo sviluppo di Reggio Calabria e del Sud d’Italia con la costruzione di un’opera ambiziosa come il Museo del Mare», ha dichiarato Vito Matteo Barozzi. «Riteniamo che il protocollo per la legalità possa rappresentare un alleato fondamentale per affrontare questa prova – continua Barozzi -. La prevenzione di fronte a un’opera di questa portata diventa un fattore fondamentale. Creare un tracciamento puntuale e una rete di controlli rigorosi in ogni fase dei lavori può risultare decisivo per abbattere qualunque ostacolo che possa condizionare o rallentare il normale svolgimento delle attività imprenditoriali».
«Il protocollo prevede un dialogo costante con le istituzioni e con Ance Calabria – ha concluso l’amministratore delegato di Cobar Spa – e può diventare un modello virtuoso e una esperienza pilota da replicare anche in altri cantieri. Uno strumento con cui rafforzare e rassicurare chi vuole investire e lavorare al Sud, creando ricchezza in maniera sana e trasparente, senza che nessuno possa offendere o limitare il principio della libertà di impresa e di mercato».