R. e P.
-Dichiarano l’emergenza sanitaria per l’aumento dei contagi, ma a scuola in ambienti chiusi per tante ore non esiste il COVID
Non posso crederci, genitori che si rivolgono al TAR per fare riaprire le scuole è mandare i propri figli a scuola, in questa fase di emergenza sanitaria con il picco dei contagi in corso in classi dove non esiste il distanziamento ed è difficile per i ragazzi tenere le mascherine addosso per tante ore e durante la fase di interrogazione;
non esistono i misuratori del tasso di anidride carbonica nelle stanze che porterebbero l’effetto, positivo, di contribuire a tenere lontano il coronavirus grazie al continuo ricambio di aria nelle stanze. È successo nelle tantissime scuole comunali di Cannes, comune della Costa Azzurra dove i misuratori di CO2 nelle aule scolastiche sono una realtà da mesi mentre nel resto della Francia erano solo raccomandati.
Piccoli come un rilevatore di fumi, questi dispositivi funzionano come un termometro, a partire dalla concentrazione di 800 ppm (parti per milioni) di CO2, si accende una luce rossa che segnala che è arrivato il momento di aprire le finestre. Questo sensore permette di misurare il bisogno di areazione e lo vedono in modo chiaro gli stessi alunni grazie alla luce lampeggiante. Il risultato è che da settembre non è stato registrato alcun caso di Covid nella scuola Marcel-Pagnol, a Cannes, che ha montato i dispositivi in tutto l’edificio, stessa cosa in Irlanda, tutte le scuole ne sono già provviste.
Invece qua da noi non ricordo mai un ricorso al TAR di genitori preoccupati per la tenuta sismica degli edifici scolastici, visto che in Italia, oltre il 41% degli edifici scolastici si trova in zona sismica e si evince che negli ultimi anni le ristrutturazioni sono state pochissime, e dai dati di Legambiente a questo passo occorreranno circa 100 anni per mettere in sicurezza le scuole nelle aree più fragili del paese.
Ricordo invece il terremoto a San Giuliano di Puglia con il successivo crollo della scuola dove morirono 27 bambini e una maestra. Ma continuo a non ricordare genitori che ricorrono al TAR perché arrivando al Pronto Soccorso non ci sono posti, oppure perché chiamando il 118 le ambulanze non sono disponibili o ancora perché non abbiamo collegamenti aerei per portare i nostri figli fuori Reggio per delle visite urgenti.
Concludo che visto la circolazione del virus in fase di picco, come dicono le strutture ospedaliere, non vedo la necessità di ritornare a scuola, ma se poi devo anche ascoltare “alcuni genitori” che vaccinano i bambini per poterli mandare da McDonald o in pizzeria, non posso che dire, fate pure, l’umanità non avrà futuro.