Stracolma l’aula “De Caridi” in Corte d’Appello. Tantissime le autorità, i vertici degli uffici giudiziari del distretto, ma anche di altre corti d’appello, che erano presenti ieri mattina alla cerimonia di saluto al Procuratore Generale Salvatore Di Landro che va in pensione dopo una vita in toga.
Di landro ha alle spalle un esperienza lunghissima che lo ha visto protagonista prevalentemente , nella procura generale reggina lavorando per circa 40 anni, e dove è stato prima a lungo avvocato generale dello stato e capo dell’ufficio, La sua esperienza da Procuratore Generale è stata segnata da avvenimenti di cronaca che l’hanno visto finire nel mirino della criminalità organizzata e l’hanno costretto ad una vita blindata .
Un anno tremendo per il magistrato è stato il 2010 ,rimasto vittima di un attentato per mano della mafia: un ordigno è stato fatto esplodere davanti alla sua abitazione mentre lui e la moglie erano in casa, o il sabotagio messo in atto allentando i bulloni di una ruota dell’auto di servizio.
Nonostante questo dichiara di aver vissuto questa fase delicata con la consapevolezza di aver sempre fatto il proprio dovere da uomo delle istituzioni.
Con la voce velata dall’emozione- dichiara Di Landro- dopo tanti anni non è facile lasciare , questo è il classico abbandono a malincuore , un momento in cui lasciava trasparire la tristezza nel saluto e nel ringarziare i colleghi e alle autorità presenti che hanno tessuto le lodi di un magistrato che si è sempre distinto per le doti professionali cosi come nei rapporti umani, lasciando una traccia significativa nella storia giudiziaria del distretto.
Carmen Fantò