Inizia la fase 2 anche nelle carceri di via San Pietro e Arghillà, bisogna dire che la prima fase è stata gestita egregiamente dagli operatori dei due Istituti, infatti nessun caso è stato rilevato anche per il corretto comportamento dei detenuti. Una qualche preoccupazione desta l’avvio delle seconda fase, quando saranno riaperti i colloqui con i familiari”. E’ quanto scrive in una nota Paolo Praticò, Garante Metropolitano dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale. “Il Ministero della Giustizia -prosegue- ha predisposto l’assunzione di circa mille operatori sanitari da destinare nei vari istituti di pena, sarebbe auspicabile che un numero sufficiente venisse destinato alle carceri della città metropolitana che dal punto di vista sanitario, soffre per la carenza di personale. Inoltre, questo ufficio è stato interessato dai detenuti per una serie di problematiche che viste dall’esterno sembrano irrisorie ma, per chi è ristretto assumono un’importanza rilevante come: la possibilità di rendere permanente l’ aumento di un’ora dell’aria che è stata concessa per l’emergenza, la scelta mirata degli alimenti per evitare sprechi, attrezzare a palestra i bordi del campo di calcio con attrezzi che già sono in possesso dell’amministrazione, acquisto di congelatori per la conservazione del cibo e quindi evitare ancora sprechi, utilizzo dell’area verde all’aperto per i colloqui, almeno per il periodo emergenziale, film in DVD da proiettare come di consueto e questo ufficio si è interessato presso un club service perché possa fornirli. Sono tutti piccoli accorgimenti che servono per allentare la tensione che inevitabilmente si crea quando ci si trova costretti a condividere spazi ristretti. Il nostro ruolo è anche questo, cioè portare all’attenzione dell’opinione pubblica ma, soprattutto di chi può decidere per la soluzione dei problemi, nel rispetto della dignità della persona”, conclude.