C’è “un’inchiesta nell’inchiesta” per il caso del giudice Gaetano Amato, già condannato nell’ottobre scorso a 7 anni di reclusione per pedopornografia minorile. Nuovi accertamenti sono infatti in corso da parte della Procura di Messina su uno strano “ritrovamento” che gli investigatori hanno fatto a casa del magistrato mentre si occupavano della vicenda legata alla pedopornografia.
A quanto pare, nella sua casa, sono stati trovati oltre un centinaio di fascicoli processuali, con tanto di intestazione ufficiale, che riguardano in parte i vari procedimenti che il magistrato stava seguendo, o aveva seguito in passato, nella sua attività lavorativa tra Messina e Reggio Calabria.
Adesso si tratterà di capire come è stato possibile che un magistrato possa aver sottratto dalla naturale sede di trattazione e conservazione, il Palazzo di giustizia, tanto materiale ufficiale, per poterlo poi tranquillamente trasferire in un’abitazione privata.
Gaetano Amato, 58 anni, ex giudice della corte d’appello di Reggio Calabria, per molti anni in servizio anche a Messina, dove abita, il 10 ottobre scorso è stato condannato in abbreviato a 7 anni di reclusione per violenza sessuale e produzione e diffusione di materiale pedopornografico.
Nuccio Anselmo – gazzettadelsud.it