R. e P.
“Politica non è vincere o perdere. Politica non è salire sul carro dei vincitori o saper restare nell’ombra quando si perde. Politica, per me, è metterci la faccia. Comunque vada. E se si vuole essere politici con la P maiuscola bisogna mettercela sempre, possibilmente prima che succedano le cose (belle o brutte che siano), perché se lo si fa dopo o se non lo si fa proprio, si è solo politicanti, non politici. Non mi esalto per le vittorie plebiscitarie e non mi auto-incenso per quelle realtà in cui abbiamo incoraggiato il ripristino della democrazia, così come non mi deprimo per i risultati negativi. E anzi preferisco concentrarmi più sui “negativi”, per far comprendere come in realtà di negativo ci sia ben poco”. “Ci sono dei Comuni dove la sconfitta era quasi scontata. Chi fa politica da 20 anni lo percepisce. Eppure ci sono andato, ci siamo andati, consapevolmente, anche solo per un comizio, un saluto, una parola di sostegno. Intanto perché con i consiglieri regionali, con i gruppi consiliari metropolitani e comunali, con vecchi e nuovi sindaci, siamo una Squadra. E poi perché credo che i sogni vadano alimentati, soprattutto quelli dei giovani, oggi più che mai troppo lontani dalla politica e dall’amministrazione della cosa pubblica. E allora vi chiedo, con quale scusa mi sarei dovuto sottrarre alle chiamate di quei giovani che ancora credono nella politica e che magari hanno presentato una proposta costruendo una lista?! C’è chi avrebbe risposto che “un parlamentare, un dirigente nazionale, si espone solo laddove ha la certezza di vincere”… ho ricevuto questa risposta un paio di volte quando ero alle prime esperienze con la politica. E da quelle esperienze ho imparato a non essere come altri. Perché un dirigente di partito si deve porre sempre come riferimento, come indirizzo, soprattutto quando si perde. Non si rinuncia mai alle battaglie per sostenere persone perbene, amici, ideali o Partito.
Lo penso, lo dico e lo faccio. L’ho fatto anche alle ultime comunali di Reggio Calabria sebbene il candidato non fosse mia espressione e nemmeno il meglio che la Coalizione potesse esprimere… eppure sono stato al suo fianco, battendomi e mettendoci la faccia, per il bene del CentroDestra. Adesso come allora sono stato accanto anche a chi non ho scelto e accanto a chi sapevo non ce l’avrebbe fatta, mettendoci faccia, simbolo e bandiere. Mentre altri, vedi il PD, hanno deciso di non presentare neppure una lista in tutta la Provincia, per paura di uscirne sconfitti; salvo poi tentare di salire sul carro dei vincitori a risultato acquisito. Non è questa la politica che mi appartiene. Chiamasi opportunismo. Io invece mi tengo stretto un altro risultato: il patrimonio umano acquisito, iniziando così a costruire nuova classe dirigente che contribuirà ad alimentare non solo le fila di Forza Italia e del CentroDestra, ma in generale della politica, della res publica, da cui invece il modus operandi di altri fa allontanare. Capirete nei tempi a venire a cosa mi riferisco. Vittorie e sconfitte passano, le persone restano, vincitori e vinti, conferme e new entry”.