Non hanno rispettato l’obbligo di sottoporsi a vaccinazione anti covid-19 e per questo 53 operatori sanitari, tra medici e paramedici in servizio in ambulatori e strutture dell‘Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, sono stati sospesi dal servizio. “Una decisione – ha chiarito ai microfoni dell’Ansa il Commissario straordinario della stessa Azienda Gianluigi Scaffidi – che non ha nulla a che vedere con l’obbligo di esibire il green-pass per accedere nei luoghi di lavoro, recentemente introdotto dal Governo. Questa deliberazione è il risultato di una indagine interna avviata da tempo e relativa a verificare tra il personale in servizio in questa Asp, il rispetto dell’obbligo, in quanto operatore sanitario, di sottoporsi a vaccinazione anti-covid. È stata una lunga battaglia con avvisi, diffide, raccomandate e pec, spesso non ritirate o non aperte, per ritardare i termini di notifica”.

Al personale individuato, le cui deliberazioni di sospensione, su proposta del Direttore del Settore Risorse Umane, indicano ciascuna il solo numero di matricola del dipendente destinatario del provvedimento, sottoscritte da Scaffidi, viene contestato il mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale, così come declamato dal comma 2 dell’art. 4 del DCA (Decreto Commissario ad Acta) n. 44 dell’11 marzo 2021. L’Azienda ha inoltre considerato “non applicabile” al dipendente la declaratoria del comma 6 dello stesso articolo, “in quanto lo stesso – è scritto – non potrebbe essere utilizzato in altre mansioni, anche inferiori, che non implichino contatti interpersonali o che non comportino, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da SARS Cov 2, né risulta applicabile il comma 10 del citato articolo”. Pertanto in ciascuna deliberazione, ogni dipendente, è stato sospeso dal servizio e dallo stipendio, e il provvedimento “mantiene efficacia – viene precisato – fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale o, in mancanza, fino completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021”.