Un referendum che s’intuisce non coinvolge più di tanto gli italiani, visto che la proposta di modifica costituzionale con la conseguente riduzione dei parlamentari avrà solo un indebolimento del livello democratico e di rappresentatività dei territori nel parlamento italiano. Snoccioliamo qualche numero, per avere un idea della farloccata che ci hanno confezionato per il prossimo referendum del 20 e 21 settembre 2020, la proposta , qualora vincesse il SI , sarebbe quella di ridurre il numero dei parlamentari , portare i deputati dagli attuali 630 a 400 e i senatori dai 315 ai 200, mantenendo la quota dei 5 senatori a vita. Una riduzione di spesa importante prevista da questo potenziale taglio che sarà sul banco referendario , un importante prova per gli italiani, garantisti, democratici e civili, quegli italiani che al centro della risoluzione dei problemi , apprezzaNO e auspicaNO il confronto , il dialogo di più rappresentanti possibile, che possano portare nelle sedi che contano le problematiche di ogni area delle nostre stupende 20 regioni. Lasciatecelo dire , non sarà reato ripeterlo, la democrazia non ha prezzo, è un qualche cosa di inestimabile che e’ stata conquistata con sacrificio umano, con famiglie colpite da perdite di cari, la democrazia va sempre difesa in ogni sfaccettatura, in ogni sua espressione , quindi una domanda sorge spontanea, a tanti cittadini, perché voler ridurre il numero dei parlamentari italiani, per ridurre veramente le spese o per adeguarci agli altri stati europei? Ma se si volevano ridurre le spese e fare qualche cosa di importante, ci chiediamo, perché non hanno proposto in un referendum la riduzione degli emolumenti a tutti i 945 parlamentari, regolando alcune cosette sui rimborsi ? Se riducendo del 36. 51 % dei rappresentanti del popolo italiano, si andrebbe a risparmiare circa 82 milioni di euro all’anno con un risparmi di circa 410 milioni per l’intera legislatura, cifra considerevole che potrebbe essere superata se si potesse ridurre del 36.51 % gli emolumenti dei 945 parlamentari, lasciando invariata la rappresentatività territoriale e al contempo dando un taglio netto a questi compensi che divaricano sempre di più le punte della forbice fra l’italiano povero e il politico super benestante che dei suoi cittadini si ricorda solo al momento dei suffragi elettorali. Se veramente , la direzione è quella di ridurre spese, ci chiediamo; perché non si riducono tutti i compensi , visto che gli italiani se li sono visti ridurre, defraudare e aggiornati solo con le parate sindacali , alla tendenza del costo della vita. Non riducete qualche cosa di prezioso , per salvaguardarvi il vostro ego , perché se la democrazia diminuisce o si segue quella direzione , non sarà facile riconquistarla, la stessa ha un costo elevato ed ognuno di noi , in cuor suo deve capirne il suo vero valore inestimabile , che discerne dal risparmiare una manciata di milioni, che potrebbe essere risparmiata lo stesso, riducendosi responsabilmente il proprio compenso e quello dei collaboratori che ci lavorano nella politica , professionisti che a volte vanno a colmare l’improvvisazione e il risicato spessore culturale e formativo del politico che assistono.

Gianpiero Taverniti

https://youtu.be/XicLKjvYFng