R. e P.

E’ stato firmato il Decreto Ministeriale, concertato con i Comuni, che definisce l’attivazione dei Lavori di Pubblica Utilità che i beneficiari di Reddito di Cittadinanza dovranno effettuare presso il Comune di residenza.

In dettaglio, con questo atto, i Comuni interessati avranno la possibilità di avviare la progettazione e definire le attività che i beneficiari del Reddito andranno a svolgere.

Il Comune viene riconosciuto titolare dei Progetti Utili alla Comunità (PUC) è può avvalersi della collaborazione di Enti del Terzo Settore o di altri Enti pubblici. I Puc, possono essere svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni contribuendo, ci si augura, alla costruzione di una comunità migliore.

Il Decreto delinea, infine, i confini delle attività che possono essere realizzate I percettori di RdC, infatti:

–  Non possono svolgere attività in sostituzione di personale dipendente dall’Ente pubblico proponente nè dall’Ente gestore nel caso di esternalizzazione di servizi tantomeno dal soggetto privato sociale;

– Non possono ricoprire ruoli o posizioni nell’organizzazione del soggetto proponente il progetto;

– Non possono sostituire lavoratori assenti a causa di malattia, congedi parentali, ferie e altri istituti, né possono essere utilizzati per sopperire a temporanee esigenze di organico in determinati periodi di particolare intensità di lavoro. Su quest’ultimo punto, mi permetto di esprimere personale parere discordante in quanto, già in fase di avvio della sperimentazione del Reddito di Cittadinanza, avevo individuato tra gli effetti positivi della misura, proprio la possibilità di utilizzo dell’opera dei Percettori, anche per sopperire alle cronicità che affliggono la Pubblica Amministrazione.

Luigi Errigo