Si è concluso con 29 condanne e 4 assoluzioni lo stralcio del processo «Mandamento Jonico» che si era celebrato con il rito abbreviato e che è nato da un inchiesta della Dda di Reggio Calabria che nel luglio 2017 aveva portato all’arresto di 168 persone. Si trattava di soggetti accusati di reati come associazione mafiosa, tentato omicidio, sequestro di persona, rapina, traffico di droga, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, truffa, frode nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti. Tutte accuse, queste, aggravate dalla finalità di agevolare l’organizzazione mafiosa.
La sentenza è arrivata in tarda serata nell’aula bunker dove la Corte d’Appello di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Olga Tarzia, ha sostanzialmente confermato le condanne che erano state inflitte in primo grado rideterminando alcune pene. La pena più pesante, 25 anni e 2 mesi di carcere, è state inflitta a Francesco Cataldo. Antonio Cataldo, di 66 anni, invece, è stato condannato a 20 anni e 8 mesi di reclusione. Gli altri imputati sono stati condannati a pene che vanno dai 5 mesi e 10 giorni ai 14 anni di carcere inflitti a Rocco Morabito. Sono stati assolti, invece, l’avvocato Pino Mammoliti, Pasquale Barbaro, Giovanni Andrea Cuzzilla e Lorenzo Domenico Stelitano.
Le indagini dei carabinieri sulle cosche della Locride erano state coordinate dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo che avevano consentito di ricostruire le dinamiche delle principali famiglie di ‘ndrangheta della provincia. Le motivazioni della sentenza saranno depositate dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria entro 90 giorni.
Gazzetta del Sud