In un rinomato lido cittadino, impreziosito da un bellissimo tramonto, sono echeggiati nella serata del 06 settembre u.s., i versi contenuti nella silloge poetica “Come foglie d’acanto” scritta da Michele Carilli ed edita da “La Rosa del Pozzo” Edizioni.

Come riferisce nello stesso libro l’autore, quasi tutte le poesie contenute nella raccolta sono il frutto delle emozioni provate durante gli anni di scrittura delle sue due opere teatrali: “ 1861- la brutale verità”, che racconta la vera storia del nostro sud durante il periodo risorgimentale e che ha riscontrato grande successo a livello nazionale, e “Decimo- Come foglie d’acanto” che, nello scorso mese di giugno in Puglia, si è aggiudicata il premio “gradimento del pubblico” nel più importante concorso nazionale indetto dalla “Federazione Italiana Teatro Amatori”, Il Gran Premio del Teatro Italiano.
Una storia terribile quella di “Decimo- Come foglie d’acanto”, anche questa, come quella di “1861”, poco conosciuta e capace di riaccendere nel poeta la fiamma dell’indignazione, insieme a quell’intento quasi riparatore di trasferire su un foglio le emozioni suscitate nell’apprendere quegli avvenimenti per portarli, attraverso la poesia ed il teatro, a conoscenza di più persone possibili. C’è un filo rosso, infatti, che unisce le gesta dei briganti di “1861” e i fanti protagonisti del nuovo lavoro teatrale: sono quelle foglie di acanto (simbolo di resurrezione) che l’autore del libro vuole porre sotto il capo dei tanti innocenti caduti durante la prima guerra mondiale e durante le fasi del Risorgimento. Infatti, così come accaduto con il brigantaggio, la decimazione subita dalla brigata Catanzaro durante la grande guerra, per la storia “ufficiale” che si studia sui libri di scuola, è un qualcosa da nascondere o, peggio, da rimuovere.
Il libro contiene, tra le altre, la poesia “Angelina” che narra una vicenda straziante: quella di una bambina di soli nove anni arrestata, condannata e fucilata con l’accusa di brigantaggio durante la feroce repressione che insanguinò il Sud nel periodo postunitario. La poesia nel 2014 si aggiudicò il “Premio Mondiale di Poesia Nosside”.
La serata è stata altresì allietata dal bravissimo attore Gabriele Profazio, della Compagnia Teatrale CarMa, che ha recitato brani tratti dagli spettacoli “1861” e “Decimo” suscitando intense emozioni nel pubblico presente.