Il rincaro dell’energia elettrica non ha colpito solo le famiglie, ma anche pasticcerie e gelaterie per le quali purtroppo gli aumenti non si fermano solamente a luce e gas. Le impennate dei prezzi riguardano anche il resto delle materie prime inerenti la realizzazione dei prodotti che vengono poi venduti sia al banco che in sala. A titolo esemplificativo: caffè (+59%), carta (+70%), mais (+77% in sedici mesi), zucchero (+54%), cotone (+109%) che molto altro, aumenti che vanno ad incidere notevolmente sui costi aziendali. Le imprese, soprattutto le piccole attività artigiane, non sono più in grado di reggere all’urto dei rincari a doppia cifra dell’energia e delle materie prime e sono costrette a trasferirli a valle, ai consumatori.
Ad aggravare la situazione il clima di incertezza a causa della pandemia, L’aumento dei contagi – sottolineano Angelo Musolino , presidente nazionale Conpait Pasticceri d’Italia e Davide Destefano responsabile gelato – sta portando “ad un ‘lockdown di fatto’, anche se non dichiarato, che sta affondando i fatturati delle attività, decimando i clienti ma in molti casi anche il personale. Sono questi i costi che in qualche maniera le attività hanno assorbito al momento, ma se si supera il punto critico, se non li metti nel computo del servizio erogato, l’attività non sta più in piedi
È quindi da prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di nuovi sostegni, lo Stato deve intervenire al più presto, con misure adeguate a tutelare l’attività ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali COVID e dell’esenzione del pagamento del canone unico per le attività commerciali almeno fino al 30 giugno 2022. Occorre inoltre dare continuità anche alle misure per il credito previste dal DL Liquidità, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti”, solo così si potrá dare ossigeno ad un comparto già messo seriamente a dura prova.