Sono circa una quarantina, esattamente quarantadue, la persone denunciate per reati ambientali e quasi 83 mila euro il totale delle sanzioni amministrative elevate.
Sono i risultati conseguiti con l’operazione Deep, portata a termine in questi giorni dai carabinieri reggini e scattata nel luglio scorso, sferrando in soli due mesi un duro colpo a chi, con condotte illegali, contribuisce a mettere in pericolo l’ambiente, la salute pubblica e l’economia del territorio.
Durante l’estate i militari hanno così effettuato una serie di controlli mirati negli impianti di depurazione, alle pompe di sollevamento, nelle aree palustri e sui canali di scolo, ma anche sulle attività produttive vicine a zone sensibili dal punto di vista ambientale. Particolare attenzione è stata posta sui mezzi delle ditte di autospurgo, sospettate di pratiche illegali che contribuiscono all’inquinamento.
L’operazione, conclusasi a fine agosto scorso ha avuto infatti lo scopo di monitorare il territorio con l’obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno degli illeciti ambientali che affliggono la provincia.
Pianificata dalla Legione Carabinieri “Calabria” in sinergia con il Comando Regionale Forestale, l’attività ha coinvolto numerosi reparti dell’Arma, tra cui le nove compagnie provinciali, i militari del comparto Forestale; del Nil, il Nucleo Ispettorato del Lavoro e la Capitaneria di Porto della città dello Stretto.
“La lotta all’inquinamento non è solo una questione di rispetto delle leggi ambientali, ma anche di salvaguardia del territorio da infiltrazioni criminali che vedono nell’economia illegale legata all’ambiente una fonte di ingenti profitti” sottolineano dall’Arma.
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