“Faccio mio l’appello del presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano sulla necessità di intervenire con provvedimenti tanto urgenti quanto incisivi in modo da salvaguardare l’incolumità di tutti quegli operatori sanitari e utenti che afferiscono alle cure dei presidi ospedalieri della regione e, in particolare, delle postazioni di continuità assistenziale e dei Pronto soccorso, dove i medici si trovano a lavorare in condizioni di oggettiva difficoltà e precarietà, anche di notte”.
Così il Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli dopo l’ennesima aggressione subita da un medico nell’esercizio della sua professione all’interno della postazione di continuità assistenziale di viale Amendola, a Reggio Calabria.
“Già nei mesi scorsi – ha evidenziato il Garante – incontrando il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, avevo sentito la necessità di affrontare e accendere i riflettori sul grave fenomeno delle aggressioni fisiche e verbali nei confronti degli operatori sanitari che, purtroppo, non accenna ad arrestarsi raggiungendo livelli di guardia molto preoccupanti in tutto il territorio nazionale. Credo sia perciò improcrastinabile – ha rimarcato Stanganelli – la messa in atto di opportune misure che siano innanzitutto efficaci nella prevenzione di questo triste fenomeno e servano a tutelare e proteggere concretamente il personale sanitario e i cittadini in caso di aggressioni in ospedali e luoghi di cura scongiurando episodi che minano non solo la sicurezza degli operatori ma anche il diritto di accedere alle cure e, quindi, il diritto fondamentale e costituzionalmente garantito alla salute degli stessi cittadini. Ben vengano, perciò, i provvedimenti annunciati dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, cogliendo l’impulso del ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha manifestato l’intenzione di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine a vigilanza delle strutture, a partire dai plessi ospedalieri, per proteggere una categoria, quella dei medici, che dedica la propria vita a una funzione fondamentale come quella di curare la salute dei cittadini. Ho già espresso la mia solidarietà e vicinanza al medico vittima di aggressione, che incontrerò nei prossimi giorni sul posto di lavoro per rendermi conto personalmente delle criticità esistenti; è inutile dire – ha aggiunto – che si tratta di un episodio gravissimo e avvilente, ancor più perché, nel caso del giovane professionista, rappresenta uno dei rari casi di migrazione lavorativa al contrario, ovvero un medico campano che ha scelto di venire a prestare la sua opera ancora più a Sud, a Reggio Calabria. Anche per questo motivo, oltre ad esprimere i miei sentimenti di vicinanza, l’ho invitato a non scoraggiarsi e ad andare avanti con maggiore convinzione nel servizio che fino ad oggi ha espletato. È questa, insieme alle misure sopracitate, la migliore reazione per isolare episodi del genere”.