Nonostante divieti e sanzioni, il business illegale della pesca e commercializzazione del novellame di sarda prosegue ed a pagare il prezzo più alto è l’ecosistema marino.

Nel corso della scorsa nottata, infatti, durante un normale controllo effettuato ad un autoveicolo che transitava da Villa S. Giovanni, la Guardia Costiera e la Polizia Stradale di Reggio Calabria, c’ha trovato dentro un ingente quantitativo del prodotto ittico, parliamo di 168 cassette per un peso totale di ben oltre la tonnellate.

All’autista, che era alla guida anche senza patente, è stato sequestrato l’intero carico e contestualmente gli è stata elevata una sanzione amministrativa da 25mila euro.

Il novellame, senza alcuna forma di tracciabilità e trasportato in condizioni igieniche precarie, è stato giudicato non idoneo al consumo umano da parte del dirigente medico veterinario dell’Asp locale, e pertanto ne è stata disposta la distruzione in una ditta specializzata.

Come ricorda la Guardia Costiera, La pesca del novellame di alici e sarde, detta anche neonata, è una pratica che distrugge la fauna marina del Mediterraneo e dunque della nostra regione. Per questo motivo un regolamento europeo (il 1967 del 2006) ne vieta la pesca, la tenuta a bordo, lo sbarco, il trasferimento e la vendita.

Una normativa, questa, dettata dalla necessità di salvaguardare il futuro del Mare Nostrum attraverso uno sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca.

Nonostante i divieti e le sanzioni pesanti, i pescatori di frodo del novellame, soprattutto in questo periodo, continuano con questa cattiva pratica anche e soprattutto per le richieste continue che provengono dal mercato.