L’economia calabrese nel 2022 cresce del 3%, rispetto all’anno precedente, ma in uno scenario in cui prevale ancora l’incertezza. E’ questo il dato che emerge dal rapporto annuale della filiale regionale di Bankitalia, i cui risultati sono stati illustrati a Catanzaro dal direttore Marcello Malamisura e dai ricercatori Giuseppe Albanese, Antonio Covelli, Enza Maltese, Graziella Mendicino e Iconio Garrì. “Nel 2022 è proseguito il recupero dell’economia calabrese dopo la crisi Covid 19. Sulla base dell’indicatore Iter della Banca d’Italia, l’attività economica in Calabria sarebbe cresciuta del 3 per cento rispetto al 2021, un dato tuttavia inferiore a quello registrato nel Mezzogiorno e in Italia e ancora insufficiente a consentire il recupero dei livelli pre-pandemia, che sono stati invece superati nelle aree di confronto”. Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel periodico rapporto sull’economia della Calabria. “Il quadro macroeconomico -prosegue la Banca d’Italia nel rapporto sulla Calabria- è risultato più favorevole nella prima parte dell’anno, risentendo poi della forte incertezza legata alla guerra in Ucraina, della crescita dell’inflazione e del peggioramento delle condizioni di finanziamento. L’incremento dei costi energetici e delle materie prime, che si è acuito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ha progressivamente sospinto l’inflazione su livelli elevati nel confronto storico. Ne è conseguita una sensibile riduzione del potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle meno abbienti (più diffuse in Calabria rispetto al resto del Paese), che destinano una quota maggiore di consumi ad alcuni beni particolarmente interessati dagli aumenti (come elettricità, gas e prodotti alimentari). Nel contempo – sostiene la Banca d’Italia – l’incremento dei prezzi di vendita ha consentito una sostanziale tenuta dei risultati economici delle imprese”. Dal rapporto emerge che a dicembre 2022 l’inflazione in Calabria era attestata all’11,2%, di poco inferiore alla media nazionale. “Dalla metà del 2021 in tutte le regioni italiane -prosegue Bankitalia- si è registrato un forte aumento dei prezzi al consumo, sospinto dal rincaro delle materie prime, soprattutto di quelle energetiche e alimentari, e dall’emergere di strozzature dal lato dell’offerta a livello mondiale che si sono riflesse in maggiori costi per le imprese. Nonostante i numerosi interventi governativi volti a mitigare i rincari, nel 2022 l’inflazione è ulteriormente cresciuta risentendo degli effetti dell’invasione russa in Ucraina. A dicembre 2022 in Calabria l’inflazione sui dodici mesi, misurata dall’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), si è attestata all’11,2%, un dato solo leggermente inferiore alla media nazionale. L’aumento dei prezzi, che ha interessato tutte le principali voci di spesa, è stato determinato soprattutto – rimarca la Banca d’Italia – dai prodotti alimentari (che hanno contribuito alla variazione per 3,2 punti percentuali) e delle spese per abitazione e utenze (5,5 punti). Quest’ultima componente include beni energetici comune energia elettrica e gas, i cui prezzi al consumo ranno più che raddoppiati rispetto al dicembre 2021”. Secondo Bankitalia “nei primi mesi di quest’anno l’inflazione si è ridotta, pur rimanendo su livelli elevati nel confronto storico. A marzo 2023 in Calabria l’indice dei prezzi risultava in crescita del 6,9% sui dodici mesi: il calo rispetto ai valori di fine 2022 è riconducibile essenzialmente alla riduzione dei prezzi dei beni energetici”.
Frenano industria e agricoltura, bene costruzioni e servizi
Industria in frenata, agricoltura in calo, bene le costruzioni e i servizi, cresce poi il settore dell’energia da fonti rinnovabili e migliorano i dati del mercato del lavoro. Sono questi i principali fattori che hanno caratterizzato l’economia della Calabria nel 2022 secondo il rapporto della Banca d’Italia. “La dinamica del valore aggiunto – scrive Bankitalia nel suo report- è stata eterogenea tra settori. In termini reali l’andamento è stato migliore nei servizi, che hanno beneficiato del recupero del comparto turistico e della ripresa dei consumi dopo l’emergenza pandemica, e nelle costruzioni. L’attività ha ristagnato nell’industria in senso stretto, che ha maggiormente risentito della crisi energetica; è risultata in calo nel settore agricolo, che sconta ancora l’elevato sbilanciamento del comparto verso alcune produzioni tradizionali”. In particolare, per quanto riguarda il turismo, la Banca d’Italia cita i dati dell’Osservatorio della Regione Calabria, dai quali emerge che “nel 2022 le presenze sono aumentate del 28% rispetto all’anno precedente, risultando comunque ancora inferiori di circa un quarto rispetto al 2019”. Nel complesso -prosegue Bankitalia- “gli investimenti sono cresciuti soprattutto tra quelli mirati a migliorare l’efficienza energetica o incrementare l’utilizzo e la produzione di energia rinnovabile, che potrebbero ulteriormente rafforzare la transizione già in atto verso tali fonti di energia”. Per quanto riguarda il mercato del lavoro calabrese per Banca d’Italia “è proseguita la ripresa post pandemica: in particolare nel 2022 il recupero dell’occupazione si è esteso anche alla componente del lavoro autonomo. L’andamento congiunturale ha favorito principalmente il settore dei servizi e quello delle costruzioni: quest’ultimo in prospettiva potrebbe essere ulteriormente rafforzato dall’attuale delle opere previste nel Pnrr”. Sul piano numerico, si segnala che il numero di occupati è aumentato dell’1,5% rispetto all’anno precedente (anche se è un incremento inferiore a quello medio nel Mezzogiorno in Italia) e che il tasso di disoccupazione è sceso al 14,6% (era il 21% nel 2029).
“Il miglioramento osservato nell’ultimo biennio nei tassi di occupazione e disoccupazione è dovuto tuttavia anche alla contrazione della popolazione attiva. Ciò rafforza dunque l’importanza a realizzare pienamente gli interventi di politica attiva previsti pure nel Pnrr, volti a favorire una maggiore e migliore partecipazione al mercato del lavoro”. La Calabria comunque continua a essere caratterizzata dalla presenza di un’ampia quota di nuclei in condizioni di disagio economico: secondo stime dell’istituto su dati Istat nel 2021 i nuclei familiari in povertà assoluta erano quasi l’11% del totale, valore superiore alla merda nazionale (7,5%)”. Quanto al Reddito di cittadinanza “a dicembre 2022 secondo i dati Inps circa 74.700 famiglie calabresi hanno percepito l’RdC e quasi 5.900 la pensione di cittadinanza, per un totale pari al 10,2% dei nuclei residenti in regione, contro il 4,5% a livello nazionale. Anche a seguito della risalita dei livelli occupazionali- spiega Bankitalia – il numero complessivo di famiglie beneficiarie è diminuito del 9,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, un calo però meno intenso che nel Paese (-15)”.
Aumento degli occupati ma sotto la media anche del Sud
Nel 2022, dopo il forte deterioramento registrato durante la fase più acuta della pandemia, è proseguita in Calabria la ripresa del mercato del lavoro: il numero di occupati è aumentato dell’1,5 per cento rispetto all’anno precedente. Lo rileva il rapporto annuale di Bankitalia Calabria. “A differenza di quanto rilevato nel 2021 -è detto nel report presentato ieri- l’incremento è stato però inferiore a quello medio registrato nel Mezzogiorno e in Italia (rispettivamente 2,5 e 2,4 per cento). In termini assoluti, il numero di occupati non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemici (sono stati circa 529.000 nel 2022, contro i quasi 539.000 nel 2019), mentre il tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni è salito al 43,5 per cento, superando sensibilmente il dato del 2019. Su tale aumento ha inciso la dinamica demografica caratterizzata dalla progressiva riduzione della popolazione in età da lavoro. Il divario negativo nel tasso di occupazione rispetto alla media nazionale è rimasto comunque ampio (16,7 punti percentuali; era 17,1 nel 2019). L’incremento occupazionale nel 2022 ha riguardato sia gli uomini sia le donne anche se il divario di genere nei tassi di occupazione continua a rimanere costante ed elevato (23,5 punti percentuali in Calabria, 18,1 nella media nazionale). L’aumento nel numero di occupati ha interessato anche i lavoratori autonomi che, dopo la sensibile diminuzione nel biennio 2020-21, nel 2022 sono cresciuti del 3,7 per cento rispetto all’anno precedente, più che nella media nazionale (1,1 per cento). L’occupazione autonoma non ha ancora recuperato i livelli del 2019, rimanendo più bassa di circa 8 punti percentuali. Con riferimento ai settori, la crescita dei livelli occupazionali registrata nel 2022 è stata alimentata dai servizi e soprattutto dalle costruzioni, favorite dai bonus fiscali per la riqualificazione energetica degli immobili.
Giornaledicalabria.it