Brancaleone è situata lungo la Costa dei Gelsomini ed è proprio in questi luoghi che la pianta di gelsomino venne importata dalla Liguria, intorno alla fine degli anni venti del secolo scorso.

Questo piccolo e pittoresco borgo in provincia di Reggio Calabria deve il suo nome alla configurazione a zampa di leone del nucleo abitato, caratterizzato da una torre medievale di avvistamento.

Sulle spiagge di Brancaleone depone le uova la Caretta caretta, facendo di questo tratto di costa l’area più importante di deposizione in tutta l’Italia.

Brancaleone è stata definita città delle tartarughe di mare perché sulle sue spiagge, così come su quelle dei comuni vicini, depone le uova la Caretta caretta, facendo di questo tratto di costa l’area più importante di deposizione in tutta l’Italia, per la presenza di un Centro di Recupero delle Tartarughe Marine che da anni si occupa del recupero e della loro riabilitazione. Le spiagge grecaniche sono la principale area di nidificazione di tutto il Mediterraneo di questa specie ospitando difatti ben il 70% dei nidi registrati in Italia. Grazie al progetto “Tarta Care” portato avanti dallo staff di ricercatori dell’Università della Calabria, dal 2000 questa specie è sottoposta a monitoraggio e tutela e sono venuti alla luce sulla costa ionica più di 10.000 piccoli di tartaruga. Brancaleone Marina tiene vivo il ricordo di Cesare Pavese, qui confinato dal regime fascista tra il 1935 e il 1936. Qui scrisse il diario “Il mestiere di Vivere” e il primo romanzo “Il Carcere”. Pavese amava e disprezzava ad un tempo quella terra e quella gente che lo ospitavano e in una lettera alla sorella scrisse: “questa gente è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca”.

Brancaleone Superiore

Il borgo antico di Brancaleone Superiore, oggi abbandonato, evoca la sua origine medievale, legata ad esigenze difensive e di controllo della vallata sottostante. La storia di Brancaleone è legata a doppio filo al borgo abbandonato, anticamente chiamato Sperlinga, dal greco Spèlugx, ovvero caverna e ancora oggi c’è una via Sperlongara, una torre di vedetta con questa denominazione e anche alcune grotte. In particolare, a Brancaleone Superiore è stato possibile analizzare in modo più approfondito un interessante e vasto complesso di ambienti rupestri fra loro coerenti, costituente un patrimonio di notevole valore storico ed artistico. La maggior parte di queste grotte si presentano come semplici cavità rocciose, utilizzate come celle monastiche e luoghi di meditazione, ma anche come ambienti essenziale dove si svolgeva la vita quotidiana. Successivamente, alcune di esse furono trasformate in rifugi dai primi abitanti del luogo, per sfuggire ai frequenti attacchi stranieri, mentre altre continuarono ad essere sfruttate come ambienti di servizio annessi alle abitazioni. Particolare importanza rivestono alcune grotte-chiese, che conservano ancora al loro interno incisioni sacre armene ed alloggiamenti destinati a nicchie porta icone e altari. Il punto più alto della rocca ospitò una fortezza quando il sito iniziò a prendere il nome di Motta Leonis. Il borgo si articolata in due nuclei. Il primo è disposto in prossimità del sito dell’antica Chiesa Matrice dell’Addolorata, di cui rimane esclusivamente il piano di calpestio, mentre il secondo si estende più a sud, alle spalle della Chiesa Arcipretale dell’Annunziata, costruita nel Seicento sui resti del monastero di Cappuccini. Nei pressi della chiesa dell’Addolorata sopravvive una chiesa rupestre ricavata nel tufo, con al centro una colonna scolpita nella roccia. Sul versante occidentale del borgo si trova un’altra grotta, decorata in età Moderna con una scena di angeli al cospetto della Vergine.

Chiesa SS. Maria dell’Annunziata

A Brancaleone Superiore sorgeva la chiesa intitolata a Maria SS. dell’Annunziata che fu completamente distrutta dal terremoto del 1908. Del vecchio edificio situato al centro del paese, oggi restano soltanto dei muri appena accennati, una sorta di piccola piazzetta dove è ancora possibile vedere nel pavimento dei cunicoli sotterranei dove venivano seppelliti i sacerdoti e qualche nobile autorità del paese. Nel 1933 la chiesa fu ricostruita con le stesse caratteristiche, con il portone d’ingresso preceduto da un piccolo portico sorretto da quattro colonne. La pianta della chiesa è a croce greca, il pavimento di graniglia. L’altare barocco del 1500, preceduto da due balaustre di colonnine, è lo stesso  della vecchia chiesa.

Faro di Capo Spartivento

Il Faro di Capo Spartivento è costituito da una torre bianca quadrangolare su edificio a un piano. Il faro è completamente controllato e gestito della Reggenza fari di punta Capo dell’Armi ed è situato su una collinetta in Località Capo Spartivento, il punto più a sud della penisola italiana. Capo Spartivento anticamente si chiamava Heracleum Promontorium, un nome che rimanda al mito di Ercole che si racconta si riposò qui dalle sue fatiche. La lanterna del Faro proietta la sua luce per 22 miglia nautiche ed accompagna, di fatto, le navi dal Faro di  Punta Stilo al Faro di Capo dell’Armi e viceversa.

Gastronomia

La gastronomia tipica di Brancaleone è molto simile a quella presente in tutta l’area Grecanica, ma si differenzia spesso nell’uso delle materie prime e metodi di preparazione e cottura. Ad esempio, i salumi, rappresentano l’eccellenza presente sulle tavole dei brancaleonesi: salsiccia, capocollo, pancetta, soppressate ed altri derivati, sono ancora prodotti seguendo le antiche ricette della cultura del posto, così come anche i formaggi, vino, olio extravergine d’oliva, miele, la produzione e distillazione del Bergamotto ed altri agrumi che in vari periodi dell’anno vengono raccolti ed esportati in tutto il mondo. Tra i primi piatti tipici del luogo, sono sicuramente da provare “i maccheroni” conditi con sugo fatto con la carne di capra, maiale, o pur semplicemente il ragù, il tutto spolverati con un buon pecorino locale. Così come i “Zzippuli”, ripiene di acciughe pescate nel mare antistante Brancaleone, piatto tipico della tradizione che si gustano in vari periodi dell’anno e nelle feste rionali. Particolari e molto gustosi sono i dolci, come “i Pretali”, dolce tipico natalizio ripieno di pasta di fichi secchi e mandorle in pasta frolla.

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