La Calabria in zona gialla, dopo la Campania, è l’ultima per posti letto di terapia intensiva. Ieri notte su Rai1, “Tv7” – il settimanale di approfondimento del Tg1 – ha parlato del grande buco nero della sanità calabrese. Mentre la Corte dei Conti denuncia 77 milioni di fondi Covid non spesi, molti ospedali sono semi-abbandonati e i cittadini costretti a emigrare al Nord. Da tempo, le inchieste hanno scoperchiato la pratica di pagare le stesse fatture due, tre volte. Gianluigi Scaffidi, neocommissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, invoca l’intervento del Ministero delle Finanze.

IL CASO CALABRIA – di Stefania Battistini
Tv7 dove la sanità è un grande buco nero: la Calabria ora in zona gialla, dopo la Campania, è l’ultima per posti letto di intensiva. Mentre la Corte dei Conti denuncia 77 milioni di fondi Covid non spesi, molti ospedali sono semi-abbandonati e i cittadini costretti ad emigrare al Nord. “A Siderno la Casa della Salute doveva riaprire nel 2013, io ho avuto due tumori – racconta Emiliana, 50 anni – sono dovuta andare d’urgenza a Milano per operarmi.”
Da 12 anni la sanità è commissariata, paralizzata da un buco di oltre un miliardo che gli stessi magistrati contabili definiscono “sottostimato e difficile da calcolare”. Da tempo le inchieste hanno scoperchiato la pratica di pagare le stesse fatture due, tre volte. Gianluigi Scaffidi, neo commissario straordinario dell’Asp, invoca l’intervento del Ministero delle Finanze: “Mandi 40 ispettori che mettano a soqquadro l’azienda – dice – come posso ricostruire i bilanci con lo stesso personale che ha fatto i buchi?”. “I posti letto di Terapia Intensiva erano 146 pre covid, oggi sono 181 ma dovrebbero essere 280” dice Rubens Curia, medico, ex dirigente della sanità calabrese.
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