Aristide Bava
SIDERNO – Oggi la trasmissione del Tgr, Bell’ Italia ha acceso i riflettori sulla Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana, un autentico gioiello archeologico , che sorge a pochi passi dalle acque del mare Jonio , tra i centri abitati di Bianco e Bovalino in una striscia di territorio del Comune di Casignana, “tagliato” a metà dalla SS. 106. Il servizio è stato breve ma certamente incisivo e ha messo in risalto la necessità di valorizzare ulteriormente il pregevole sito. La Villa Romana viene indicata come uno dei più belli e più grandi complessi di mosaici pavimentali del sud Italia, probabilmente secondo soltanto a quello di Piazza Armerina. Anche se sono proprio i mosaici di squisita fattura a caratterizzarla e ad attrarre di più l’attenzione, in realtà il sito è costituito da un intero complesso di edifici ben conservati.
E molte cose ancora non sono state portate del tutto alla luce. La Villa Romana, per la quale c’è, da tempo, anche un finanziamento di circa due milioni e mezzo che si è perduto nei meandri della burocrazia, anche per questo è considerata un potenziale parco archeologico di altissimo valore internazionale e certamente quando si riusciranno a portare alla luce tutti i suoi tesori ancora nascosti diventerà una fonte attrattiva di enorme impatto. Il complesso, come si diceva, è tagliato in due parti dalla strada Statale 106 cosa che in qualche modo impedisce che si possa apprezzare al meglio tutta la sua complessità. La zona a monte della strada è conservata in maniera ottimale mentre, purtroppo, la parte più vicina al mare è stata interessata da fenomeni di erosione accentuati dalla salinità. Per questo motivo i suoi eccezionali mosaici sono stati coperti con la sabbia per meglio custodirli. Questo importante sito è stato scoperto negli anni 60?, durante i lavori per la realizzazione di un acquedotto. Le indagini successive, e lo scavo sistematico dell’area, portarono alla luce due complessi termali ben conservati, alcuni ambienti di servizio e un’area residenziale. A colpire gli studiosi furono fin da subito i pavimenti mosaicati di altissima qualità tecnica ed estetica, le pareti rivestite in marmo e i resti di volte ricoperti da pasta vitrea azzurra. La ricchezza dei resti portati alla luce fece subito intuire che si trattava di un ritrovamento di eccezionale valore, anche se occorsero molti anni perché questa meraviglia cominciasse ad essere valorizzata debitamente. Gli esperti ritengono che è uno dei siti archeologici più interessanti del nostro meridione e che potrebbe regalare all’umanità molte altre sorprese. La storia del suo ritrovamento è accompagnata dal rammarico per una lunga sospensione dei lavori dopo un periodo fulgido di attività andato dal 1964 al 1970. Sino a quando,poi, arrivò una parziale ripresa dei lavori e l’attivazione di un importante progetto che, se completato, potrebbe dare anche una grossa spinta all’iniziativa di far diventare la Locride Capitale della cultura per il 2025. Ricordiamo un importante convegno organizzato alcuni anni addietro, dal Comune di Casignana in collaborazione con la Regione e il Ministero dei Beni culturali al quale parteciparono numerosi autorevoli esperti del settore . In quella occasione tra i relatori ci fu anche l’ ex magnifico rettore dell’ Unical Gino Crisci,che occupava anche la carica di Presidente di Cultura e Innovazione – Distretto dei Beni Culturali della Calabria – il quale definì la Villa Romana “un bene culturale che ha cose immense da offrire al mondo”.
nelle foto – La villa Romana e due mosaici tra i quali Il trionfo indiano di Dioniso.