L’ennesima calamità si è abbattuta sulla Locride, su Reggio, sulla Calabria e con una facilità apodittica ha messo a nudo la fragilità di un territorio già duramente provato da eventi che sistematicamente si ripetono per incuria e negligenza umana. La rete infrastrutturale già precaria della Locride rischia di non superare il nuovo stress test a cui viene oggi sottoposta dalla natura. Il territorio è più che mai provato dallo sforzo alla resistenza ad eventi climatici che, per quanto eccezionali, non avrebbero il potere di determinare tanto disagio e rischio per la collettività se solo le istituzioni avessero negli anni lavorato con senso di responsabilità, adottando logiche di prevenzione ed’intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico in tempi e modi adeguati. Soprattutto noi giovani siamo abbattuti dalla consapevolezza che un altro passo indietro è stato fatto e che nessuno avrà cura di rimuovere tempestivamente gli impedimenti che si sono creati.

Siamo alla conta dei danni causati da un giorno solo di pioggia battente. La SS106 che collega Reggio a Taranto è rimasta chiusa per ore in diversi tratti; Caulonia, ad esempio, ha visto una serie di crepe aprirsi sull’asfalto gettato su di un ponte che permette la traversata della fiumara Allaro, in parte già franato nel corso dell’alluvione di novembre del 2015.
Un pericolo costante. Il comune di Portigliola solato per via di una frana sulla strada provinciale che porta al paese. Chiusa la statale tra Brancaleone e Bianco; traffico rallentato ad Ardore e Gerace per straripamenti; continue deviazioni nelle frazioni interne della vallata dello Stilaro, la maggior parte delle quali sono le uniche percorribili per raggiungere siti di rilevanza storico-culturale come la Cattolica di Stilo; inaccessibili le strade che conducono al Parco Nazionale dell’Aspromonte e di accesso alle campagne di Samo; sospesa la linea ferroviaria tra Ferruzzano e Bovalino….
A gravare ancora di più su un territorio stanco, consunto, abbandonato da Dio e dallo Stato, è la drammatica situazione che ha comportato la chiusura della statale 106 a Squillace, nel catanzarese, a causa del raggiungimento dei livelli di sicurezza del torrente Alessi.
Il Coordinamento delle Associazioni Giovanili della Locride, più di 42 unioni sociali volontarie, unite alla cittadinanza, sottoscrivendo questo comunicato, intendono denunciare l’apatia e il totale disinteresse delle istituzioni locali e nazionali nel fronteggiare l’emergenza ma anche e soprattutto l’immobilismo che ha caratterizzato la prevenzione e la cura di questi fenomeni e delle loro conseguenze nell’interesse del territorio.

La Locride vive ormai da anni in stato di totale isolamento ed abbandono: la ferrovia jonica, le strade (strade statali, intercomunali, la strada di Grande comunicazione Ionio- Tirreno che per via anche della galleria della Limina è fonte di grandissime preoccupazioni e sulla quale si richiede un’attenzione particolare), gli aeroporti (quello di RC e Crotone rischiano la chiusura; quello di Lamezia Terme chiede un sistema di collegamento efficace) sono il cruccio di uomini e donne che quotidianamente convivono con la mancanza delle necessarie infrastrutture o peggio ancora nel degrado di quelle esistenti. Ogni  giorno si fatica per trovare un lavoro, per andare a lavoro e per lavorare in sicurezza. Lo stesso diritto all’istruzione viene ad essere minato da un tale stato di cose. Non è più ammissibile!

Lo scenario che si apre a poche ore dal rientro dell’allerta meteo in Calabria è desolante: frane, ponti pericolanti, strade saltate isolano e mettono a rischio i cittadini che si trovano costretti a spostarsi. Anche la circolazione dei mezzi di soccorso, in questi casi, ha difficoltà a raggiungere chi, ad esempio, dovesse essere colpito da malore o per altri motivi versasse in stato di pericolo. Ci domandiamo se non debba –questo- considerarsi un nesso di causalità parziale o indiretto della loro morte. Un territorio di per sé vulnerabile, quello della Regione Calabria, per la complessità geomorfologica. La Calabria è la regione italiana a più elevato rischio sismico, l’unica in Italia ad essere interamente compresa nelle zone più a rischio nell’attuale classificazione sismica del territorio nazionale, secondo la quale il 64% dei comuni calabresi  (261 su 409 totali) rientra in zona 1 e il rimanente 36% (148 su 409 totali) in zona 2.
La Locride, soggetta ai molteplici rischi naturali riferiti sia alla sismicità sia ai ciclici accadimenti alluvionali, è parte di questo sistema più complesso. Semplici fenomeni alluvionali, a prescindere dalla caratterizzazione geografica, spesso si trasformano in catastrofi a causa della scarsa cura manutentiva dei corsi d’acqua e del grado di antropizzazione localizzato in aree a rischio idraulico. Una colpa condivisa tra enti e cittadini, certamente ma per le colpe di pochi però rischiano tutti. Il Coordinamento delle Associazioni giovanili della Locride, “AGILE”, si dichiara vicino più che mai agli abitanti dell’Abruzzo e in generale alle popolazioni delle regioni colpite in questi mesi da sismi. Sono tragedie enormi per le persone coinvolte e per il patrimonio architettonico-culturale che con esse l’Italia intera viene a perdere. Per loro, anche noi, chiediamo massima attenzione, chiarezza sulle responsabilità e pronti interventi per il rispristino di una condizione di vivibilità in quei luoghi. Tuttavia, non possiamo desistere dal chiedere a gran voce per Noi, cittadini della Locride, che ci si adoperi con tutti i mezzi e le risorse necessarie affinchè ci venga garantita non solo la messa in sicurezza e la viabilità di tutto il comprensorio, ma anche che si inizi a programmare interventi seri di sviluppo per un territorio che ha esigenze di forte cambiamento!

La nostra terra è stanca di piangere i suoi figli, non vogliamo più accendere i riflettori sulle tragedie. Noi giovani calabresi, noi che amiamo la nostra terra, noi che abbiamo scelto di rimanere in Calabria con piacere ma anche a costo di notevoli sacrifici; Noi giovani e cittadini chiediamo e pretendiamo un impegno serio da parte delle istituzioni e tempi certi di risoluzione di queste criticità e non ci fermeremo finché non avremo risposte e fatti!

Il Coordinamento delle Associazioni Giovanili della Locride denuncia la propria indignazione difronte al comportamento di tutti quei politici che sono chiamati a rappresentarci e a pensare al bene collettivo e che invece, pur vivendo quotidianamente questi disagi e avendo la possibilità di incidere nelle decisioni, voltano la testa di fronte a questi scempi. In un gioco tra potenti che tendono a scaricare colpe secondo schemi di competenza, sono sempre i
cittadini a pagare il prezzo più alto. Secondo il principio di sussidiarietà, ex art. 118 Costituzione, infatti, le colpe delle istituzioni partono gerarchicamente dal gradino più basso per giungere alla sommità di una scala di ruoli che ha determinato la cristallizzazione dell’originaria situazione di difetto.  Quanto sottoscritto è oggetto di divulgazione mediatica per la stampa locale e nazionale, affinchè sia data voce ad una cittadinanza stanca e devastata da promesse politiche puntualmente disattese, dalla negligenza di tutte quelle istituzioni che non solo non hanno saputo incidere positivamente per lo sviluppo della Regione Calabria ma l’hanno addirittura portata ad una regressione. La provincia di Reggio Calabria, la Locride, è parte integrante di una città metropolitana che di nuovo ed innovativo al momento dimostra di avere ben poco. In compenso noi, non siamo disposti più a stare zitti e a far finta di niente!

AGILE
(COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI GIOVANILI LOCRIDE)