La Copagri è al fianco degli agricoltori che protestano, nella ferma e assoluta convinzione che la politica europea debba cambiare, come chiede la maggior parte dei manifestanti. Il movimento che è sceso in strada è spontaneo, autonomo e trasversale a tutte le organizzazioni di rappresentanza, tanto che il numero degli associati Copagri che orgogliosamente partecipano ai presidi è molto numeroso. Anche per questo, riteniamo che il dissenso sia utile se porta a un confronto costruttivo, se arricchisce il dibattito e se serve a gettare le basi di un futuro migliore ed è proprio per questo che non si possono ignorare le ragioni alla base delle proteste, tanto più che per la maggior parte, come si vedrà in seguito, si tratta di tematiche sulle quali si è concentrato il lavoro della Copagri negli ultimi mesi.
LA COPAGRI, INFATTI, HA CHIESTO E OTTENUTO:
- l’avvio del confronto istituzionale, grazie all’istituzione di un tavolo tecnico presso il MASAF con tutti gli stakeholders, finalizzato a valutare le possibili semplificazioni immediate nelle more della revisione di medio termine della PAC e del Green Deal; tale confronto ha già portato a un primo atto di semplificazione dell’obbligo di rotazione delle colture e a un primo approccio sulla semplificazione degli ecoschemi e di altre misure della PAC;
- la conferma a tutto il 2024 delle agevolazioni per il gasolio agricolo;
- il rigetto della proposta di regolamento comunitario sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, che avrebbe comportato l’insostenibile taglio entro il 2030 del 62% dell’uso di agrofarmaci e del 50% delle sostanze attive sostitutive; tale rigetto va incontro alle istanze avanzate dai produttori agricoli del nostro paese, che sono da tempo impegnati in prima linea per assicurare la sostenibilità delle produzioni;
- l’esclusione degli allevamenti dalla direttiva sulle emissioni industriali, il principale atto legislativo dell’UE atto a prevenire e ridurre l’inquinamento provocato dai grandi impianti industriali comunitari. L’impianto generale della norma prevedeva originariamente una soglia di 150 UBA per tutto il bestiame, compresi i bovini; il nostro lavoro ha permesso l’accordo raggiunto in sede di trilogo, escludendo dal campo di applicazione della direttiva degli allevamenti di bovini.
LA COPAGRI, INOLTRE, HA CHIESTO E STA LAVORANDO PER:
- assegnare all’ISMEA il monitoraggio dei prezzi dei fattori di produzione e l’elaborazione di un indice dei prezzi per valutare la dinamica dei costi correnti e di come la redditività si ripartisce fra gli attori della filiera;
- stringere e rafforzare i controlli sulle merci importate nel nostro Paese, con particolare riferimento a quelle che arrivano nei porti, così da difendere la leadership nazionale in materia di eccellenze agroalimentari ed evitare l’ingresso sul territorio nazionale di prodotti stranieri che per magia diventano italiani;
- la messa a punto di un piano di gestione del rischio e l’avvio di una campagna informativa per promuovere e far conoscere agli agricoltori l’intero sistema delle assicurazioni;
- efficientare e semplificare la gestione del fondo emergenze, in una logica di forte cooperazione di sistema e di partnership tra il pubblico e il privato;
- il riconoscimento dell’agricoltore quale custode dell’ambiente e del territorio, sulla falsa riga della proposta avanzata dalla Copagri nell’ormai lontano 2015 nella Regione Marche e successivamente proposta in altre regioni, sempre su impulso della Copagri;
- l’avvio di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.
Per tutte queste ragioni, e per molte altre, la Copagri sta organizzando numerosi momenti di incontro e confronto con gli agricoltori, unitamente ad assemblee informative per dare conto del grande lavoro messo in atto dalla Confederazione per promuovere e sostenere un profondo cambio di rotta dell’agricoltura Europea. Il rischio concreto, in caso contrario, è l’abbandono del comparto da parte di intere generazioni di agricoltori, e la scomparsa delle tradizioni e dei saperi che fanno grande la nostra agricoltura. La Copagri c’è ed è al fianco degli agricoltori