R. e P.
L’escursione rappresenta una affascinante immersione nei luoghi più celebri e più belli dal punto di vista paesaggistico e naturalistico dell’intero comprensorio aspromontano, come testimoniato dalle Querce di altri tempi, solenni come cattedrali.
Si parte dai piani di Carrà. Si prosegue sulla sterrata che costeggia il recinto dei piani e, dopo un centinaio di metri, ci si immette sulla pista a destra; da qui in avanti il cammino si fa molto agevole e con divertenti saliscendi, fino a giungere su una terrazza panoramica da dove si possono ammirare numerose vette e la fantastica valle della Menta con il cocuzzolo di Puntone della Croce, con i pendii scoscesi di macchia mediterranea e con i numerosi promontori che si aprono su di essa.
Dopo aver superato serro alto di Carrà ci si immette in una pista forestale che costeggia un fantastico bosco di querce, per poi giungere dopo qualche minuto sulla strada asfaltata; Superato il cancello Jero e percorso qualche centinaio di metri sulla strada asfaltata, si sale verso il serro Jero. In questo tratto i pascoli sono ricoperti da una fitta pietraia, ma il verde continua ad essere il colore dominante in tutto l’ambiente circostante. Il sentiero procede ora senza alcun problema e con pendenza dolce lungo la movimentata cresta del Serro Cropanelli, fino a raggiungere dopo circa 10 minuti Monte Cropanelli.
Il panorama inizia ad aprirsi: sulla destra verso sud, la Valle delle Pietre con Pietra cappa, il simbolo dell’Aspromonte; sulla sinistra lo sguardo si proietta sulla cima di Montalto e tutta la catena aspromontana da Monte Scorda a Monte Antenna. Si scende poi al piano Cropanelli e, seguendo il sentiero Italia, in pochi minuti si giunge alla Collina di Carrelli; si procede in discesa lungo il sentiero per arrivare, dopo circa 10 minuti, alla fontana Carrelli da dove si prosegue per un centinaio di metri fino ad immettersi sui piani di Carrelli.
Tale sito, fino a qualche anno fa era un vero e proprio giardino curato e mantenuto, nel quale sono presenti le fantastiche Querce di Altri Tempi. Alcune hanno un’importanza particolare per essere considerate veri monumenti, testimoni di storie e leggende, simboli di un patrimonio naturale e culturale da scoprire. Monumenti della natura, insomma, che si collocano accanto a quelli creati dall’uomo e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere, tutelare e omaggiare. Questi giganti della montagna si innalzano silenti su ampie radure, sfrontati ed alteri contro la furia del vento che li scuote e la pioggia che li bagna, orgogliosi di aver dato riparo ai viandanti, rifugio agli animali, essere stati punto di riferimento per i frequentatori della montagna. Non si può sicuramente rimanere indifferenti di fronte alla loro forza, alla loro tenacia, alla loro luminosa bellezza, ai ricordi cui rimandano ed alla sacralità che sprigionano. Sono immense creature imbevute di storia, di forza e resistenza encomiabili che, attraverso le loro contorte e profonde radici, alimentano di linfa vitale la storia della nostra terra e la memoria delle nostre popolazioni. Al cospetto delle Querce di Altri Tempi siamo chiamati tutti ad una profonda riflessione: non dobbiamo venir meno al nostro ruolo di difensori e custodi di questi beni preziosi che i nostri avi ci hanno tramandato con premura e saggezza, per lasciarli in eredità ai nostri figli, assicurando così l’integrità del tessuto della nostra memoria e della nostra storia, in molti casi lacerato irrimediabilmente dall’incuria e dagli incendi.
Dopo una doverosa sosta di fronte a questi magnifici esemplari di biodiversità, si segue la pista centrale, coperta da una fitta vegetazione e, dopo pochi minuti, si giunge al cancello di Carrelli per poi proseguire sulla sterrata che in lieve salita conduce, dopo circa 10 minuti, alla fontana di Cropanelli; dopo qualche breve tornante, si arriva sulla strada asfaltata che viene percorsa in discesa per circa 1 km, fino a tornare ai Piani di Carrà.