“In questo mio primo anno di responsabilità istituzionale alla Regione Calabria, in occasione della ricorrenza dei lavoratori, il mio pensiero è rivolto a tutti i Calabresi ancora in cerca di occupazione, a quelli che convivono ogni giorno con il precariato, agli uomini ed alle donne che vogliono costruirsi un futuro lavorando onestamente. Il lavoro non deve essere considerato solo fonte di sostentamento, poiché rappresenta la base per garantire la dignità e la libertà dal bisogno, la possibilità di realizzare se stessi. La pandemia in questi ultimi due anni ha colpito pesantemente le famiglie e le imprese. Gravi segnali di questo squilibrio sono dati dalle innumerevoli, tristi situazioni di cui ogni giorno si legge sulla stampa. Il Sud, che ha sempre sofferto di un’arretratezza economica, adesso percepisce questa ennesima crisi in modo ancor più netto e profondo, anche e soprattutto a causa di un’economia fondamentalmente basata sul ‘sostegno della rete parentale’. Ma oggi questa rete di protezione è insufficiente a supportare le problematiche economiche delle famiglie. Nel passato la politica non si è dimostrata capace di cogliere i segnali di una popolazione che non riesce a trovare una propria identità lavorativa e che agisce in un contesto che purtroppo, ad oggi, non offre la possibilità di realizzare le aspirazioni di ognuno. Molti calabresi appaiono scoraggiati, altri scorgono il miraggio della stabilizzazione dal precariato, ma la realtà dimostra che non sono state poste le basi affinché il mercato del lavoro possa svilupparsi pienamente”. Così il Vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Giusi Princi, si rivolge ai lavoratori in occasione della ricorrenza del 1° Maggio.
“La Regione Calabria – aggiunge – ha gli strumenti giusti per creare quella che è ‘l’occupabilità’, ovvero la possibilità di creare, per chi entra o chi è fuoriuscito dal mercato del lavoro, una competenza specifica che possa essere spesa lì dove realmente serve. Attraverso lo studio dei dati prelevati dall’Osservatorio del Mercato del lavoro si riesce a fotografare in tempo reale quella che è la condizione dell’occupazione in Calabria. Pertanto, mettere a regime strumenti come quest’ultimo diventa fondamentale e particolarmente efficace perché attraverso la lettura dei dati si potranno indirizzare le politiche del lavoro che dovranno ‘switchare’ da un andamento passivo ad una dinamicità attiva, per cui l’occupabilità che verrà creata, attraverso la formazione professionale, la scuola, l’università, potrà essere spesa direttamente sul nostro territorio. La sinergia con la scuola, ente formatore per eccellenza, è fondamentale in questo processo. Le politiche attive del lavoro attualmente prevedono anche l’attivazione di corsi di alternanza scuola lavoro che, se messi in campo con i giusti criteri, rappresentano azioni positive con immediate ricadute nel mercato del lavoro interno. Bisogna superare lo scollamento tra scuola e mondo del lavoro e la Regione Calabria si è impegnata perché questo avvenga nel più breve tempo possibile”.
“Il mio augurio, in questa data simbolica, è che il 1° maggio, da qui in avanti, si trasformi in una vera festa per i lavoratori calabresi, per i giovani, per le donne, per chi si è ritrovato fuori dal mercato del lavoro senza la speranza di rientrarci, per i precari e per gli scoraggiati. L’obiettivo che mi sono posta quando mi è stata affidata la delega al Lavoro dal Presidente Roberto Occhiuto è stato quello di correggere le distorsioni che hanno fatto sì che un diritto, che dovrebbe prima di tutto essere garantito dalla Costituzione, sia diventato paradossalmente un privilegio. Con il Governatore e con tutta la Giunta regionale abbiamo assunto un impegno importante e gravoso, quello del risanamento del mercato del lavoro calabrese, e lo porteremo a termine, condividendo proposte, ricercando obiettivi e individuando strumenti che ci consentiranno di guardare positivamente al futuro”.