“Alle 12.40 circa, è giunto a scuola un gruppo di 15 persone tra assistenti sociali, educatrice e psicologa… e alcune unità di polizia… che hanno presidiato le operazioni. L’intervento si è svolto su due plessi scolastici vicini. Sono stati prelevati prima i bambini più piccoli che, dopo essere stati trattenuti a colloquio per circa 15 minuti presso l’ufficio dirigenza, venivano accompagnati in una macchina in sosta davanti alla piazza antistante la scuola in attesa del fratello maggiore… Le operazioni si sono protratte fino alle 13.30 circa (orario di uscita da scuola), spettatori i genitori in attesa dell’uscita dei propri figli e persino i bambini al termine delle attività alcuni dei quali hanno sentito il bisogno di salutare i compagni sulle macchine delle autorità… La platealità delle operazioni ha scosso l’intera comunità scolastica, che ha assistito inerme ad un intervento che si sarebbe potuto svolgere con maggiore delicatezza e attenzione nei confronti dei minori e nel pieno rispetto della privacy dei tre piccoli alunni”: è quanto riporta testualmente una segnalazione giunta nella serata di ieri all’attenzione dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, da parte della dirigenza scolastica implicata ed ubicata nel territorio regionale.
“Non è dato al Garante di entrare nel merito del provvedimento – evidenzia Marziale –, ma le modalità di esecuzione narrate dalla dirigenza meritano di essere attenzionate, perché come rilevato opportunamente dalla stessa risultano essere lesive della privacy, della dignità e dell’emotività dei bambini protagonisti, ma anche dei bambini che hanno assistito all’allontanamento dei compagnetti”.
Per il Garante: “La scuola non è il luogo dove prelevare i bambini e se lo è per contingenze straordinarie, la scelta oraria e tutti i dettagli devono essere messi in atto con le dovute accortezze. La spettacolarizzazione non ha giustificazioni, amplifica il trauma e quanto narrato nella segnalazione non lascia scampo ad interpretazioni. Per tale motivo ho interloquito con le autorità preposte ed ho inoltrato un’informativa all’autorità giudiziaria competente”.
“Spero vivamente che le autorità preposte a tali azioni riflettano sul modus operandi – conclude Marziale – perché un allontanamento è già di per sé un fattore traumatico destinato a lasciare il segno nei piccolini, se poi diventa anche “spettacolo” al suono della campanella il danno è inquantificabile”.