Nel 2023 sono 4,9 milioni gli italiani – l’8,4% della popolazione over 16 – che non hanno potuto permettersi un pasto completo ogni due giorni.
L’impossibilità di mangiare fuori casa con parenti o amici almeno una volta al mese ha riguardato invece 2,9 milioni di persone, cioè il 5,8% degli italiani sopra i sedici anni.
Una crescita di un punto percentuale dei tassi di deprivazione materiale e sociale – 500mila persone per ciascun indice – rispetto al 2022 e un’inversione di tendenza dopo anni di calo. A salire del 40% sono anche gli aiuti alimentari distribuiti negli ultimi 5 anni.
La regione che presenta il più alto tasso di deprivazione alimentare materiale e sociale in Italia è proprio la Calabria, registrando nel 2022 il 25.1% della popolazione maggiore di 15 anni in questa condizione. Seguono la Campania, con il 21%, e la Sicilia con il 12,8%.
Sono i dati contenuti nel quinto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, I numeri della povertà alimentare in Italia a partire dalle statistiche ufficiali che analizza la povertà alimentare nel nostro paese a partire dalla sua intensità, diffusione, distribuzione regionale.
Un fenomeno multidimensionale
La povertà alimentare è un fenomeno multidimensionale influenzato da istruzione, condizioni abitative e accesso al mercato del lavoro e ha conseguenze materiali e psicologiche gravi su adulti e minori.
La deprivazione alimentare materiale significa l’impossibilità di fare un pasto completo con carne, pollo, pesce o equivalente vegetariano almeno una volta ogni due giorni; quella sociale è il non potersi permettere di mangiare fuori casa con amici o parenti almeno una volta al mese.
In Italia, tra il 2019 e il 2022, la deprivazione alimentare materiale era scesa dal 9,9% al 7,5%, mentre quella sociale dal 6,9% al 4,8%, un risultato a cui hanno contribuito le misure come il Reddito di Cittadinanza introdotte a partire dal 2019.
Tuttavia, nel 2023, la loro diffusione è aumentata di circa 1 punto percentuale, raggiungendo l’8,4% – 4,9 milioni di persone sopra i 16 anni – per la deprivazione materiale e per quella sociale il 5,8% – 2,9 milioni di italiani.
Ciascuna voce sale di circa 500 mila unità: nel 2022 erano stati infatti 4,37 milioni (il 7,5% della popolazione con almeno 16 anni di età) per la deprivazione materiale, mentre erano 2,4 milioni (4,8%) per quella sociale.
la crescente vulnerabilità delle famiglie
Tale peggioramento riflette la crescente vulnerabilità delle famiglie italiane, aggravata dall’erosione del potere d’acquisto e dall’insufficienza delle politiche adottate per contrastare il fenomeno.
Tra il 2019 e il 2022, nonostante la crisi pandemica, quasi tutte le regioni italiane hanno registrato una progressiva diminuzione della povertà alimentare tranne la Calabria che, invece, ha registrato un aumento dall’8% al 30% nel 2022 ossia passando da quasi 282 mila a 403 mila e 296 persone.
In Calabria aiuti a oltre 234 mila persone
Tra il 2019 e il 2023, il numero di chi riceve aiuti alimentari FEAD (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti) tramite enti del terzo settore dislocati in tutta Italia è aumentato del 40%, passando da 2,08 milioni a quasi 2,91 milioni di beneficiari (dati Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro).
Tale incremento ha riguardato tutte le Regioni italiane ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia dove il dato è stabile, con variazioni significative tra i diversi territori.
Solo in Calabria il numero delle persone che ricevono aiuti alimentari, è passato da 180.117 nel 2019 a 234.683 del 2023, ossia un aumento del 30,4%. Di questi 51.703 erano minori di 15 anni.
Nel 2023, inoltre, l’8% delle persone raggiunte dagli aiuti FEAD a livello nazionale era residente in Calabria. Gli aiuti alimentari raggiungono il 13.9% della popolazione regionale a fronte di una percentuale di persone che vive in povertà assoluta del 20,2%.
Le città che soffrono di più
Se guardiamo il dato al livello comunale, nel 2023, le città di Catania (27,4%), Reggio Calabria (18,5%) e Palermo (18,4%) presentano i tassi più elevati di beneficiari rispetto alla popolazione residente.
Al contrario, nelle città del Centro-Nord, l’accesso agli aiuti alimentari appare meno consistente. Milano e Roma, sebbene presentino un numero assoluto elevato di beneficiari (rispettivamente oltre 62mila e 152mila), mostrano percentuali relativamente basse: il 4,5% e il 5,5% della popolazione residente. Venezia, con una percentuale di beneficiari del 3,1%, risulta la città con il tasso più basso tra quelle analizzate.
“Una realtà preoccupante”
“La misurazione e gli approcci di intervento rappresentano le principali sfide nella lotta contro la povertà alimentare in Italia. Le statistiche ufficiali mostrano una realtà preoccupante: una parte crescente delle famiglie, specialmente nell’ultimo anno, è a rischio di non avere accesso a cibo sufficiente e adeguato, mentre un’ulteriore quota è a rischio di trovarsi nella stessa situazione”. dichiara Roberto Sensi, responsabile programma povertà alimentare ActionAid Italia.
“Sebbene gli aiuti alimentari siano aumentati, soprattutto a seguito della pandemia, rimangono una risposta necessaria ma insufficiente. Questo perché, pur affrontando le emergenze, non riescono a risolvere le cause strutturali della povertà alimentare. Per questo, è urgente rinnovare le politiche di contrasto, affiancando agli aiuti materiali nuove strategie di intervento” ribadisce ancora.
“È fondamentale implementare un monitoraggio sistematico a livello locale che non si limiti alla dimensione economica dell’accesso al cibo, ma consideri anche aspetti come la socialità, le relazioni e il benessere fisico ed emotivo delle persone”, conclude Sensi.