C’è già un presunto responsabile per l’incendio che nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, ha distrutto l’ufficio postale di Mandatoriccio, nel cosentino.
Almeno così ritengono i carabinieri che hanno avviato delle indagini lampo arrivando già oggi a sottoporre a fermo di indiziato di delitto un 28enne del posto, ritenuto essere colui che ha appiccato materialmente il fuoco che, come si ricorderà, ha coinvolto anche due auto parcheggiate nelle vicinanze e compromesso seriamente l’intera palazzina che ospitava gli uffici.
Il soggetto, come disposto dalla Procura di Castrovillari è stato associato alla Casa Circondariale della città del Pollino, in attesa di essere sottoposto al vaglio della convalida del Gip.
Da quanto accertato dai militari, il 28enne, che si è anche ferito durante l’azione, avrebbe utilizzato un enorme quantitativo di liquido infiammabile, che abbinato all’azione di due bombole di Gpl usate per innescare una devastante esplosione, avrebbe potuto avere delle conseguenze tragiche, causando finanche il crollo dell’intera struttura e ponendo, pertanto, a repentaglio l’incolumità delle persone che vivevano nello stabile.
Un pericolo scampato solo perché le bombole non sono poi esplose, per come si ritiene fosse stato pianificato. L’azione criminale ha comunque portato alla completa distruzione dell’ufficio postale del paese, che era stato recentemente rimesso a nuovo e consegnato alla collettività solo lo scorso 4 dicembre.
La palazzina di tre piani che lo ospitava, poi, è stata seriamente danneggiata anch’essa, tanto che dopo le verifiche strutturali ne è stata dichiarata l’inagibilità.
Uno scenario che i carabinieri definiscono “apocalittico” attuato “ancora una volta, ai danni di una comunità costretta a subire le angherie della criminalità e vedendosi privata dei servizi essenziali” commentano gli inquirenti.
Rapida, risolutiva e corale è stata però la risposta dello Stato, che raccogliendo tutti gli elementi di prova, tra i quali anche i sistemi di difesa passiva dell’ufficio postale, in meno di 24 ore hanno ricostruito le fasi di quella che, solo per una serie di coincidenze positive, non si è trasformata in una strage.
Un esito positivo favorito, pertanto, dalle strumentazioni moderne ed efficienti dell’ufficio postale e dal favore del contesto ambientale, su di cui i militari hanno potuto fare affidamento nelle fasi iniziali, dimostrando come spesso questi elementi si rivelano dirimenti per orientare le investigazioni, anche in quelle attività che apparentemente sembrano più complesse.
LE INDAGINI sono state condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il supporto dei colleghi della Stazione di Mandatoriccio e sotto il coordinamento della Procura di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio.
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