Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte.

Per la Valutazione di impatto ambientale (Via) sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2.

Lo si legge sul sito della Commissione Via-Vas del Mase.

Le richieste di integrazione di documenti sono state fatte dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale – Via e Vas del Mase. Sono contenute in un documento di 42 pagine firmato dal coordinatore della Sottocommissione VIa, Paola Brambilla.

Il ministero chiede alla Stretto di Messina di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Chiede inoltre un’analisi più approfondita dei costi e dei benefici dell’opera e un quadro riassuntivo di tutti gli interventi previsti, “non limitandosi al solo elenco delle opere variate”, si legge nel documento.

Il Mase lamenta che Stretto di Messina “non descrive il sistema di cantierizzazione, limitandosi all’elenco delle aree di cantiere” e non abbia fornito informazioni sufficienti sulla gestione e lo smaltimento delle terre e rocce da scavo. Al committente viene richiesto “un quadro aggiornato e congruente” sulle “condizioni di pericolosità da maremoto” e l’aggiornamento delle stime sulla qualità dell’aria nella fase di cantiere e in quella di esercizio. Il Mase vuole dati più chiari e completi sull’impatto delle opere sull’ambiente marino, sui corsi d’acqua superficiali, sulle acque sotterranee, e cita in particolare l’area dei Pantani di Ganzirri, in Sicilia. Integrazioni vengono chieste sul consumo del suolo, sugli studi geologici e sui rischi di subsidenza e di dissesto, sugli effetti del Ponte sulle attività agricole, sul rumore a terra e sottacqua, sulle vibrazioni e i campi elettromagnetici. Il Mase vuole più dati sui rischi per la biodiversità, la flora e la fauna, il paesaggio e la salute pubblica.

Il ministero fa poi 66 richieste di chiarimenti su tutte le possibili conseguenze del Ponte sui siti della Rete Natura 2000, le aree riconosciute di pregio ambientale sulla base della Direttiva Ue Habitat. Il Mase ritiene insufficiente anche la documentazione sul Piano di utilizzo delle terre (Put) e avanza 16 richieste di integrazione in materia.

https://ildispaccio.it/