Una capillare campagna contro il pericoloso malcostume di mettersi alla guida dopo aver bevuto alcool o assunto droghe, è stata avviata alla Polizia Stradale che per cinque fine settimana consecutivi, nei mesi di ottobre e novembre, ha eseguito dei controlli ripetuti di sera e di notte, su tutte le strade italiane interessate dalla cosiddetta movida.

I servizi sono stati svolti in collaborazione con i medici della stessa Polizia che hanno operato insieme alle pattuglie della Polstrada per individuare grazie ai test rapidi i possibili assuntori di stupefacenti. Il supporto del Laboratorio di Tossicologia Forense della Direzione Centrale di Sanità della Polizia ha consentito invece di effettuate le analisi tecniche per la conferma dell’assunzione delle sostanze vietate alla guida.

A questi servizi mirati si sono aggiunti quelli tradizionali a contrasto della guida in stato di ebbrezza svolti con gli etilometri e con i precursori normalmente in uso alle pattuglie.

Complessivamente sono stati attuati 1.323 posti di controllo, sono state identificate ben 44.771 persone e verificati 24.350 veicoli, i cui conducenti sono stati sottoposti a verifica delle condizioni psicofisiche.

Quelli risultati positivi all’alcool sono stati 1.461, pari a circa il 6% dei controllati col precursore e con etilometro. I guidatori che hanno assunto stupefacenti sono stati 90, ovvero il 14,7% dei controllati (che sono stati 612).

Il dato statistico che emerge da una prima analisi dei risultati evidenzia come circa il 6,5% dei conducenti controllati sia risultata alla guida in stato di alterazione dovuta appunto all’assunzione di alcool, sostanze psicotrope o stupefacenti.

In questo contesto la guida in stato di ebbrezza continua a costituire una infrazione particolarmente incidente nelle ore notturne e nei fine settimana, soprattutto nella fascia di conducenti di più giovane età, mentre quasi un conducente su cinque tra quelli controllati espressamente per la verifica dell’eventuale assunzione di droga risulta positivo alla verifica di laboratorio.

“Nell’ottica analitica dell’infortunistica stradale – evidenziano alla Polizia Stradale – il dato assunto consente di riscontrare una diminuzione complessiva degli incidenti, a fronte, però, di un aumento percentuale di quelli che vedono coinvolti i giovani, tra i quali, pur diminuendo il numero dei deceduti, si riscontra un incremento dei feriti”.

Gli incidenti stradali si confermano infatti la principale causa di morte per i giovani tra i 15 e i 29 anni e le cause di maggior rilievo si confermano la distrazione alla guida e l’eccessiva velocità.

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