R. e P.

Il Governo risponderà in aula venerdi 1 marzo sull’assurda vicenda che drammaticamente ha investito i lavoratori del porto di Gioia Tauro, uno dei maggiori porti europei operanti nel Mediterraneo, ha mostrato le lacune di un sistema di assegnazione delle concessioni nazionali che necessita di una urgente rivisitazione. Chiaramente le condizioni di una gestione che sostanzialmente rimane nelle mani dello Stato, che governa attraverso l’azione dell’autorità portuale e da cui dipende per assetti finanziari e decisionali, devono essere risolute ed improcrastinabili nell’interesse dell’attività operativa del porto stesso e, di conseguenza, dei lavoratori impegnati. E’ bene ricordare che la rete “core” di cui il porto calabrese fa parte, come previsto dal regolamento europeo competente, monitora costantemente i parametri relativi al volume di traffico che il sito è in grado di sopportare e gestire e, una crisi del genere, potrebbe danneggiarlo irrimediabilmente sul piano competitivo internazionale. L’irresponsabile carenza d’intesa fra i due soci per l’attività di gestione delle banchine portuali, Mct ed Msc,  è alla base di questa sciagurata diatriba che si è inteso giocare sulla pelle dei lavoratori, prime papabili vittime di una crisi reale, mettendo in mostra tutti i  limiti progettuali e d’investimento a lungo termine che hanno innescato la miccia sociale. Da plauso l’intervento immediato del Prefetto di Reggio Calabria e la conseguente riunione tenutasi al Ministero dei Trasporti con il ministro competente impegnato in rassicurazioni verso i lavoratori in protesta e minacce, promesse, verso le società interessate. Risultato: due mesi di tempo per rinsavire tutti. A mio giudizio troppo poco, ed è per questo che, supportato come sempre dal mio partito e dai colleghi parlamentari, ho deciso di presentare una Interpellanza urgente sull’intera vicenda. Ho atteso che le riunioni portassero a risultati immediati e concreti ma, tranne la buona volontà manifestata dal Ministro Toninelli e dalla sola Msc, di certo non vi è nulla. L’interpellanza  chiede l’immediato avvio dell’iter di valutazione dell’esistenza dei presupposti al mantenimento della concessione senza attendere i sessanta giorni decisi che potrebbero risultare deleteri al mantenimento dei livelli occupazionali. Purtroppo, infatti, l’assenza immotivata di Mct al tavolo governativo, al di là di una comunicazione che lascia il tempo che trova, dimostra irresponsabilità verso il proprio mandato concessionario ed assoluto disinteresse sulla sorte dei cinquecento lavoratori minacciati di licenziamento. Sicuramente la presenza di Msc e dei suoi vertici ha offerto uno spunto su cui il governo può agire ed è per questo che l’interpellanza prosegue  nel chiedere di considerare esclusivamente gli impegni manifestati da Msc al tavolo ministeriale e di concretizzare immediatamente gli accordi di investimento prospettati nelle cifre indicate al fine di realizzare l’incremento necessario del volume di traffico per un’azione di rilancio nazionale ed internazionale del Porto di Gioia Tauro. Chiedo, inoltre, di predisporre puntuali esami di mercato sulle proiezioni possibili e realistiche dettate dalle conseguenze dell’approvazione della Legge 136/2018 e dalla modifica della L 84/94, in termini di utilità per l’attività di sviluppo e crescita di cui necessita il porto calabrese di Gioia Tauro. Infine, con il documento presentato all’Aula, chiedo al Governo di manifestare urgentemente le opportune conseguenze di un eventuale ritiro della concessione alla società di gestione del porto, (dotarsi cioè del piano “B”) predisporre una fase transitoria che consenta lo svincolo e l’utilizzo dei fondi del programma finanziario europeo classificati nel piano di investimenti delle aree logistiche integrate del Paese, e lo studio di una celere eventuale riassegnazione della concessione titolare ad altra societaria italiana. Un’azione decisa e tempestiva del Governo, memore delle crisi degli anni precedenti sempre causati da Mct, oggi risulta essere fondamentale per il superamento di una crisi che per la Calabria sarebbe un disastro sociale dalle conseguenze incalcolabili. Lo sa bene il Premier Conte che incontrando i sindaci della Piana, guidati dal primo cittadino di Rosarno Giuseppe Idà, ha manifestato la volontà di chiedere al più presto la costituzione di un tavolo interministeriale che operi fino al rientro della crisi. Come parlamentare espresso dal territorio non abbasserò la guardia per un solo istante.