Questa mattina la comunità di #Polistena si è svegliata sulle note musicali dello storico complesso bandistico cittadino.
Non è un caso che l’Amministrazione Comunale anche per quest’anno voglia confermare nella giornata del Primo Maggio così come già avvenuto nel giorno del 25 aprile, il suo piccolo #omaggio a tutte le lavoratrici ed i lavoratori.
Una tradizione culturale che ormai è divenuta identitaria per Polistena, comune a guida comunista, interrotta solo per un breve periodo dal 2005 al 2009, quando chi amministrava a quell’epoca il Comune non ritenne che la ricorrenza della Festa dei lavoratori dovesse rientrare fra le #manifestazioni considerate culturali.
Eppure fa più #cultura e senso di appartenenza ad una comunità, ad una storia nazionale e locale, ad un Paese antifascista, portare gli inni del lavoro nelle strade e nei quartieri popolari di Polistena che “commerciare cultura” assegnando premi a sconosciuti che con la città di Polistena e con la sua cultura hanno poco a che spartire.
Noi oggi non ci comportiamo come coloro che farebbero di tutto pur di snaturare la festa dei lavoratori che, giova sottolinearlo, rimane una festa di classe, perché rappresenta il #riscatto dall’oppressione quotidianamente subita sui luoghi di lavoro, le braccia e la testa di coloro, giovani in particolare, che oggi sono i più colpiti dalle incertezze della precarietà, dalla perdita di redditi, dalla speranza di futuro.
Tra i #protagonisti in chiaroscuro dell’attacco alle lavoratrici ed ai lavoratori nel giorno a loro dedicato vi è certamente il governo #Meloni, il più a destra della storia repubblicana che in largo anticipo ha convocato per #oggi il Consiglio dei Ministri.
La scelta di svolgere il #Cdm oggi è precisa, tendente a svalutare la sacralità e il significato della giornata di festa dedicata alle lavoratrici ed ai lavoratori di tutto il mondo. Il messaggio del governo è chiaro. “Noi lavoriamo mentre gli altri (i vagabondi) vanno in vacanza”. Già solo questo basterebbe a qualificare l’azione di un Governo che scappa dalle celebrazioni del 25 aprile e si ritrova strumentalmente a “lavorare” nell’unico giorno di festa dedicato al lavoro. Che direbbe un credente di fede cristiana se si convocasse in largo anticipo un Consiglio dei Ministri a #Natale, magari a Mezzanotte?
L’operazione del Governo é propagandistica e tiene in serbo un attacco senza precedenti al mondo del lavoro ed in particolare al #reddito di #cittadinanza che oggi sarà definitivamente abolito.
Ci ritroviamo nel girone infernale dove i più poveri vengono trattati con la legge del #contrappasso, la festa dei lavoratori diventa una colpa, una pena da far espiare ai lavoratori stessi.
E dal fronte di #opposizione i segnali di critica politica sono alquanto deboli, se è vero come sembra che la nuova segretaria del #Pd paghi 300 euro al mese per farsi vestire al mattino.
Non è un buon momento per i lavoratori e forse, è vero, c’è poco da crogiolarsi nelle celebrazioni.
C’è bisogno, care lavoratrici e cari lavoratori, di affilare le unghie e lottare senza delegare chi, piuttosto che rappresentare il dilagante disagio sociale e la precarizzazione della società, finirebbe per smaltarsele e nemmeno con lo #smalto di colore rosso.
Viva il Primo maggio.
Viva i lavoratori in lotta.
Michele Tripodi sindaco di Polistena