R. e P.
«Ringrazio per l’attenzione che sicuramente il governo darà a quella quota del 40% di fondi per l’università e la ricerca dedicati alle Regioni del Sud».
Lo ha affermato il deputato di Coraggio Italia Felice Maurizio D’Ettore, tra l’altro coordinatore del partito in Calabria, in sede di replica al ministro dell’Università e della ricerca Maria Cristina Messa, nel corso di un question time in aula a Montecitorio.
D’Ettore ha chiesto al Ministro quali iniziative intenda assumere per garantire la rigorosa e corretta applicazione dei criteri di assegnazione delle risorse alle università del Sud ed alla ricerca finanziata dal Pnrr con risorse, su base nazionale, di 15 miliardi di euro».
Il coordinatore calabrese di Coraggio Italia, inoltre, ha sollecitato Maria Cristina Messa «a una pronta interlocuzione con le Regioni, perché ci sono notizie di stampa che dicono che a volte, per via dei bandi, non sembra rispettata la quota del 40% delle risorse da assegnare al Mezzogiorno. Lei stessa, di recente, ha detto che questa quantità di risorse rappresenta una straordinaria opportunità per lo sviluppo del capitale umano, e di investimento sulla ricerca e l’innovazione in particolare per le Regioni del Sud, quindi è evidente che c’è un’attesa enorme su questi temi».
D’Ettore si è anche detto convinto che «i bandi non bastano, ci vuole una preventiva e serrata attività di raccordo e interlocuzione con le Regioni» della quale si è detto altrettanto convinto assicurando che «il parlamento è a disposizione, noi parlamentari, che manteniamo contatti continui con i territori e le amministrazioni locali, siamo a disposizione».
Nel PNRR all’università e alla ricerca sono riservati 15 miliardi destinati, in particolare, a investimenti per università, istituzioni Afam, ricerca fondamentale e applicata, processi di innovazione e trasferimento tecnologico;
il MIUR ha pubblicato di recente bandi per assegnare 2,88 miliardi del PNRR: in particolare il terzo avviso pubblico prevede il finanziamento di 12 Ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale, regionale o sovraregionale, di cui 5 nel Mezzogiorno, per la costituzione di reti di università statali e non statali, enti pubblici di ricerca, enti pubblici territoriali, altri soggetti pubblici e privati altamente qualificati e internazionalmente riconosciuti, su aree di specializzazione tecnologica coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio di riferimento.
«Si tratta – evidenzia ancora D’Ettore – di fondamentali strumenti per contribuire all’avanzamento tecnologico e allo sviluppo socio-economico del Mezzogiorno; anche la legge di Bilancio 2021 ha promosso tali ecosistemi dell’innovazione, prevedendo l’assegnazione di risorse al MIUR a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, sui fondi strutturali europei e sulle risorse Pnrr.
D’Ettore conclude: «Il Pnrr rappresenta una straordinaria opportunità di investimento sul capitale umano, la ricerca e l’innovazione per recuperare ritardi e superare divari che rallentano la crescita e aumentano la marginalizzazione».