Padre Gianluca Gerace ha officiato la S. Messa “al campo” in Piazza a cui ha partecipato la popolazione di Placanica. Il parroco, durante la toccante omelia, ha sottolineato l’olocausto della giovinezza offerto dai soldati placanichesi, nonché da tutti i caduti, alla Patria e alla famiglia per il bene supremo della pace, ribadendo l’inesistenza e l’infondatezza di guerre definite giuste. Invero, la pace risiede nel cuore di ognuno quando non si prova invidia per il fratello che siede accanto, allorché non si diffondono calunnie e non si calpestano coloro che non si comportano secondo schemi nostri, se non si confondono gli interessi privati con quelli della comunità, allorquando non si pretende di essere nella ragione e sorga quindi il dubbio che si possa sbagliare, mentre non si semina zizzania insinuando il dubbio con i classici “ho sentito” – “mi hanno detto” – spacciati per verità. La pace alberga dentro di noi, nelle nostre famiglie, nel vicinato, nella comunità. Ed è convinzione politica, nonché speranza, che la “cosa pubblica” è “cosa” di tutti e non “cosa” di nessuno, si rinunci, quindi, ai piccoli interessi a beneficio del supremo bene collettivo. La Calabria è terra baciata dalla bellezza ed è custode di civiltà e tradizioni antichissime. I soldati che combatterono furono esposti a violenze inaudite, ma non vennero meno al giuramento di onore e fedeltà prestato sulla loro stessa vita, riuscendo a mitizzare il coraggio e l’eroismo, il culto del dovere e la religione della Patria. Prendo a prestito le parole di John Kennedy che così recitano: “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”. A testimonianza dei sacrifici, le rinunce, il sangue versato di tutti i soldati che lottarono a difesa e per l’Unità d’Italia, Placanica ha riaffermato il ripudio per le guerre perché sia monito per le generazioni a venire.

Cosimo Sframeli