“Certo è una vita un po’ difficile – ha aggiunto Callipo – una vita che crea preoccupazioni. Bisogna convivere con i problemi, bisogna trovare la strada giusta, bisogna rivolgersi sempre alle forze dell’ordine che tra tutte le istituzioni forse sono le uniche che funzionano. carabinieri, polizia, guardia di finanza. Fino a quando continuano a funzionare, possiamo continuare a dire: io resto in Calabria”.

L’imprenditore ha anche spiegato che, secondo lui, non c’è la volontà di far cambiare le cose in Calabria. Nonostante ci sia l’opportunità per farle cambiare. Callipo ha raccontato che, nella zona industriale di Lamezia, dov’è il magazzino contro il quale hanno sparato, ci sono otto telecamere di videosorveglianza e non ne funziona nemmeno una. Secondo l’imprenditore infatti non ci sarebbero i fondi per la manutenzione.

A Monica Maggioni, che gli chiedeva se è per questo che i giovani vanno via dalla Calabria, ha risposto che non è così. Secondo lui non è per le intimidazioni che se ne vanno, né perché c’è la ‘ndrangheta. Più semplicemente perché non c’è lavoro regolare, ma solo lavoro nero e sottopagato. In un momento storico in cui si è aperto il mercato europeo del lavoro, nella nostra regione non ci sono opportunità per i giovani che vogliono restare. Non c’è, ha aggiunto l”imprenditore, nemmeno un “ispettorato del lavoro che funzioni, a cui i lavoratori possano rivolgersi per denunciare”.

Rainews.it – calabria