R. e P.
La ripresa dell’attività politica ci riconduce alle nostre, ataviche, problematiche. Mentre impazza l’argomento generalizzato e “indifferenziato” sull’Autonomia Differenziata, vero strumento di distrazione di massa, siamo di nuovo costretti a fare i conti con una estate deprimente più che mai sul tema Sanità. Diversi i casi di ambulanze giunte tardi sul posto senza medici a bordo, troppo spesso con epilogo tragico per i malcapitati e depritimente per tutti noi che amiamo profondamente questa terra. Il PNRR in mano ad Amministrazioni Comunali assolutamente non in grado di sfruttarne le potenzialità rischia di essere il treno più importante che potremmo mai perdere. Il dramma dell’incapacità di spesa sia della Regione che di molti Enti Locali è certamente tra le concause che determinano questa situazione di arretratezza della nostra bellissima Regione. Credo, quindi, che oltre ad osteggiarla o appoggiarla, questa riforma sull’Autonomia Differenziata dovrebbe essere innanzitutto un’occasione per mettere sul tavolo tutta una serie di componenti, senza per forza arenarsi al semplice schierarsi con una o con l’altra fazione. Perché su molti temi i peggiori scenari che purtroppo ci tocca evidenziare ed ipotizzare sulle possibili ricadute di questa, per adesso, arma di distrazione di massa, sono già cronaca attuale. Basti pensare allo stato da malata terminale della Sanità, in una Regione dove è sempre più facile ammalarsi e sempre più problematico curarsi. I numeri spaventosi dei costi che la Regione Calabria paga in termini di cifre che deve corrispondere alle Regioni del nord come rimborso per le cure dei cittadini Calabresi che vanno a curarsi altrove, dovrebbero indurci a qualche robusta autocritica, da mettere sul piatto insieme alle pur giustificate recriminazioni e lamentele. Perché ai cittadini Calabresi la Sanità costa il triplo, oltre alle tasse trattenute alla fonte si aggiungono le pesantissime spese dovute al fenomeno del turismo sanitario. Sanità, ritardi nella realizzazioni delle infrastrutture mancanti o insufficienti in materia di viabilità e mobilità in generale con ogni sorta di mezzo pubblico e privato, il dramma dello spopolamento demografico, dell’occupazione nei settori strategici come la salvaguardia del territorio dal dissesto idrogelogico, andrebbero meglio analizzati e messi in realazione tra di loro, facendoli confluire in un’idea compuita, in un modello di sviluppo omogeneo e non a macchia di leopardo con poche eccellenze e molte situazioni deficitarie. Le potenzialità ci sarbbero, ma servono soltanto a togliere attenuanti generiche alla nostra cronica incapacità di autodetrminazione. Su questi temi spingeremo al massimo come Italia Del Maridione, convinti delle nostre potenzialità ma senza trascurare di mettere in evidenza l’incapacità di dare una svolta politica e sociale.
Pietro Sergi
Segretario Provinciale Italia Del Meridione
Area Metropolitana di Reggio Calabria