Angela era una star popolarissima già più di mezzo secolo fa quando aveva cominciato a smentire, con il suo lavoro, il facile pregiudizio anti-televisivo in cui un po’ semplicisticamente cadevano molti intellettuali, mediologi e semiologi e, con loro, anche noi ragazzi (la disaffezione giovanile verso questo medium non è una novità di oggi). Dimostrava come fosse possibile fare trasmissioni serie ma piacevoli, intelligenti ma non supponenti.
Il segreto di questa capacità stava – oltre che in un carisma innato, nel garbo molto torinese, in quell’orecchio che lo guidava tanto nelle sue ottime performance jazzistiche come nel capire il pubblico – nell’assoluta innocenza con cui approcciava qualunque argomento trattasse. Com’è noto, non solo non aveva compiuto studi scientifici ma non era proprio laureato; e non aveva neppure intrapreso la divulgazione scientifica come missione, avendo mosso il primo tratto del suo percorso professionale da normale “cronista”.
In estrema sintesi, Angela era “soltanto” un giornalista, ma nel senso migliore del termine che molto spesso nel nostro lavoro dimentichiamo. Metteva la propria “ignoranza” al servizio del pubblico, facendosene mediatore rispetto agli esperti e riuscendo così a semplificare anche i temi più complessi senza cadere in banalizzazioni. Facile a dirsi, ma a farlo sono davvero in pochi.
Attenzione però, spiegava: farsi capire è solo il primo e fondamentale passo. “La colpa non è mai di chi non capisce”, ammoniva. Il successivo e non meno importante requisito è essere piacevole, convincente, efficace, altrimenti il messaggio non arriva. “Ludendo docere”, ripeteva citando un motto latino. Facile a dirsi, di nuovo, ma a farlo così bene ci riescono in pochi.
Ne conseguiva, agli occhi del pubblico, un’affidabilità che ha avuto pochi pari nel nostro sistema informativo e televisivo. Ricordiamo, in periodo di campagna elettorale, che quando Silvio Berlusconi e Romano Prodi si fronteggiarono quali candidati premier avversari, da un sondaggio risultò proprio lui quale moderatore ideale.
Gli spettatori hanno sempre colto in Piero Angela un’onestà intellettuale adamantina, che però non si è mai confusa con il cerchiobottismo, con la scelta di non prendere parte. Lo dimostrò tra l’altro quando, uscendone senza addebiti, affrontò un processo per aver condotto una puntata sull’omeopatia senza invitare sostenitori di questa pratica, in considerazione della sua totale mancanza di presupposti scientifici.
Questa popolarità ha circondato Angela fino all’ultimo. Ancora pochi anni fa la sua Torino è andata in tilt, rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine, tanto era l’affollamento a una sua relazione. Personalmente, ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona e di confermare come la sua semplicità e cortesia non fossero solo un’immagine mediatica.
Piero Angela con il suo lavoro ha comunicato agli italiani l’importanza dell’alfabetizzazione scientifica per una compiuta, consapevole, moderna democrazia, ben prima che la pandemia, la crisi climatica e la transizione digitale ce lo rendessero evidente. È un messaggio che resterà fondamentale non soltanto per noi giornalisti e comunicatori scientifici che seguiamo le sue orme ma anche per i ricercatori, come ha detto la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza: «È soprattutto merito suo se la comunità scientifica nel nostro paese ha abbandonato la tentazione della torre d’avorio ed è oggi più vicina ai bisogni delle persone». (giornalistitalia.it)
Marco Ferrazzoli
Il principe della divulgazione scientifica aveva 93 anni
ROMA – Piero Angela è morto a Roma all’età di 93 anni. A dare la notizia è stato il figlio Alberto sui profili social: “Buon viaggio papà”. Giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 1 marzo 1954, era il decano dei conduttori televisivi, maestro della divulgazione scientifica in tv.
Con un linguaggio chiaro e preciso, comprensibile a tutti, la notorietà del giornalista Piero Angela è legata alla realizzazione di programmi televisivi di divulgazione scientifica di tipo anglosassone, con i quali ha fondato per la televisione italiana una solida tradizione documentaristica: tra i suoi programmi di maggior successo per la Rai “Quark” (1981) e “Superquark” (1995) e i numerosi derivati. Ed è stato co-autore di un altro programma di divulgazione, “Ulisse”, che vede la luce nel 2001 ed è condotto da suo figlio Alberto.
Nato a Torino il 22 dicembre 1928 (suo padre, Carlo Angela, era medico e antifascista), Piero Angela inizia a lavorare per la Rai durante gli anni Cinquanta: in quel periodo è cronista e collaboratore del Giornale Radio. Tra il 1955 e il 1968 fa il corrispondente estero, a Parigi e poi a Bruxelles, per il telegiornale nazionale della Rai. Con il giornalista Andrea Barbato presenta la prima edizione del telegiornale delle 13.30 e nel 1976 è il primo a condurre il Tg2.
A partire dal 1968, si dedica ai documentari: i primi furono dedicati alla scoperta dello spazio e al programma “Apollo”, il piano americano che condusse allo sbarco dei primi uomini sulla Luna con la missione Apollo 11 nel luglio 1969. A partire dal 1971 conduce numerose trasmissioni d’informazione e programmi educativi, utilizzando e reinventando sempre formule diverse, con un linguaggio curato, sempre attento e sempre in evoluzione: “Destinazione Uomo”, “Da zero a tre anni”, “Indagine sulla parapsicologia” e “Nel cosmo alla ricerca della vita”.
A partire dal 1981 conduce “Quark”, una delle prime trasmissioni televisive di divulgazione scientifica destinata al vasto pubblico, che sfrutta in modo nuovo e originale le risorse della comunicazione televisiva: i documentari della Bbc e di David Attenborough, i cartoni animati di Bruno Bozzetto la cui immediatezza risulta efficacissima per spiegare i concetti più difficili, le interviste con gli esperti, le spiegazioni in studio.
Il programma trasmesso da Rai 1 ha un successo notevole e darà vita ad altre trasmissioni: “Quark speciale”, “Il mondo di Quark” (documentari naturalistici), “Quark Economia”, “Quark Europa” (con contenuti socio-politici). Crea poi la serie “Quark italiani” facendo produrre ad autori italiani una cinquantina di documentari su argomenti quali natura, ambiente, esplorazione, animali; alcuni vengono realizzati assieme al figlio ventenne Alberto in Africa, ambiente dove compie i suoi studi paleoantropologici sugli antenati dell’uomo.
Nel 1983 realizza nove film-dossier che affrontano argomenti scientifici. Cura le “Pillole di Quark”, circa 200 brevi spot di 30 secondi ognuno, che passano oltre 5.000 volte nei programmi durante la programmazione di Rai 1.
Realizza in seguito grandi serie tv di grande innovazione: viaggia dentro il corpo umano con “La macchina meravigliosa” nel 1990 (8 puntate), nella preistoria con “Il pianeta dei dinosauri” nel 1993 (4 puntate) e nello spazio con “Viaggio nel cosmo” nel 1998 (7 puntate).
Le serie sono realizzate con il figlio Alberto e vengono girate anche in lingua inglese: verranno poi esportate in oltre 40 nazioni, dall’Europa all’America, fino ai paesi arabi e alla Cina.
Dal 1995 è autore e conduttore di “Superquark”. Quattro anni dopo, nel 1999, Piero Angela festeggia il traguardo delle 2.000 puntate di “Quark” (e dei programmi correlati) e sempre nello stesso anno vengono lanciati gli “Speciali di Superquark”, puntate monotematiche su argomenti di grande interesse scientifico, sociale o psicologico. All’interno dello storico programma pomeridiano Rai “Domenica In”, ancora nel 1999, conduce uno spazio dedicato alla cultura.
“Ulisse”, dal 2001, è un altro fortunato programma di divulgazione condotto da Alberto Angela, di cui Piero assieme al figlio è autore. Nello stesso anno Piero Angela lancia il mensile di divulgazione scientifica che, legato alla trasmissione televisiva “Quark”, porta lo stesso nome: in breve diventa la rivista di settore più letta in Italia dopo “Focus”.
Nella sua lunga carriera ha svolto un’intensa attività di educazione scientifica non solo in tv ma anche tenendo conferenze e scrivendo articoli su quotidiani e riviste (ad esempio ha curato la rubrica “Scienza e società” sul settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni“). Allo scopo di promuovere indagini scientifiche che smascherino eventi paranormali di dubbia attendibilità, nel 1989 Piero Angela ha fondato il Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale), che fa parte dell’European Council of Skeptical Organizations.
Ha ottenuto numerosi premi non solo in Italia, ma anche all’estero (negli Stati Uniti e in Giappone) e ha ricevuto a Parigi il prestigioso premio internazionale Kalinga dell’Unesco per la divulgazione scientifica. Per la sua attività di divulgatore gli sono state attribuite otto lauree honoris causa.
Sono tre le onorificenze conferitegli dalla Presidenza della Repubblica: il 2 aprile 2002 la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte; il 26 maggio 2004 la nomina a Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana; l’11 maggio 2021 l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Piero Angela è autore di oltre 30 libri, alcuni dei quali tradotti in inglese, tedesco, francese e spagnolo, con una tiratura complessiva ben superiore ai 3 milioni di copie. Tra i numerosi libri: Da zero a tre anni. La nascita della mente (Garzanti, 1973); La vasca di Archimede (Garzanti, 1975); Viaggio nel mondo del paranormale. Indagine sulla parapsicologia (Garzanti, 1978); Nel cosmo alla ricerca della vita (Garzanti, 1980); Viaggi nella scienza. Il mondo di Quark (Garzanti, 1982); La macchina per pensare. Alla scoperta del cervello (Garzanti, 1983); Viaggio nel corpo umano (con Pietro Motta, Garzanti, 1986); La straordinaria storia dell’uomo. Indizio per indizio un’investigazione sulle nostre origini (con Alberto Angela, Mondadori 1989); La straordinaria storia della vita sulla Terra. Diario di un viaggio lungo quattro miliardi di anni (con Alberto Angela, Mondadori, 1992); Il pianeta dei dinosauri. Quando i grandi rettili dominavano il mondo (con Alberto Angela, Mondadori, 1993); La straordinaria avventura di una vita che nasce. Nove mesi nel ventre materno (con Alberto Angela, Rai-Eri Mondadori, 1996); Viaggio nel Cosmo. Alla scoperta dei misteri dell’Universo (con Alberto Angela, Rai-Eri Mondadori, 1997); Raccontare la scienza (Pratiche, 1998); Ti amerò per sempre. La scienza dell’amore (Rai-Eri Mondadori, 2005); La sfida del secolo. Energia. 200 domande sul futuro dei nostri figli (con Lorenzo Pinna, Mondadori, 2006); Perché dobbiamo fare più figli. Le impensabili conseguenze del crollo delle nascite (con Lorenzo Pinna, Mondadori, 2008); A cosa serve la politica (Mondadori, 2011); Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (con Alessandro Barbero, Rizzoli, 2012); Viaggio dentro la mente. Conoscere il cervello per tenerlo in forma (Mondadori, 2014); Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (Mondadori, 2015). Nel 2017 ha pubblicato il libro autobiografico Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute (Mondadori). (adnkronos)
Il cordoglio del Presidente della Repubblica
«Provo grande dolore per la morte di Piero Angela, intellettuale raffinato, giornalista e scrittore che ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, commenta così la scomparsa di Piero Angela.
Esprimendo «le mie condoglianze più sentite e la mia vicinanza alla sua famiglia», Mattarella sottolinea che «scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente». (giornalistitalia.it)
La lettera di addio di Piero Angela
Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.
Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.
È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.
A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.
Un grande abbraccio
Piero Angela